Domenica 28 luglio, si celebra la IV Giornata dei nonni e degli anziani
Si celebra domenica 28 luglio la IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che ricorre la quarta domenica di luglio, in prossimità della memoria liturgica dei Santi Anna e Gioacchino, genitori di Maria e nonni di Gesù. Il messaggio di Papa Francesco sul tema “Nella vecchiaia non abbandonarmi (cfr. Sal 71,9)”
Si celebra domenica 28 luglio la IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che, istituita da Papa Francesco, ricorre la quarta domenica di luglio, in prossimità della memoria liturgica dei Santi Anna e Gioacchino, genitori di Maria e nonni di Gesù.
“Troppo spesso la solitudine è l’amara compagna della vita di noi, anziani e nonni. Tante volte, da vescovo di Buenos Aires, mi è capitato di visitare case di riposo e di rendermi conto di quanto raramente quelle persone ricevessero visite: alcune non vedevano i loro cari da molti mesi”. Così scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata 2024 sul tema “Nella vecchiaia non abbandonarmi (cfr. Sal 71,9)”.
Soffermandosi sulle “tante” cause di questa solitudine, il Pontefice spiega che “in molti Paesi, soprattutto i più poveri, gli anziani si ritrovano soli perché i figli sono costretti a emigrare”. “Oppure, penso alle numerose situazioni di conflitto: quanti anziani rimangono soli perché gli uomini – giovani e adulti – sono chiamati a combattere e le donne, soprattutto le mamme con bambini piccoli, lasciano il Paese per dare sicurezza ai figli”. Guardando alle città e ai villaggi “devastati dalla guerra”, Francesco ricorda che “rimangono tanti vecchi e anziani soli, unici segni di vita in zone dove sembrano regnare l’abbandono e la morte”. In altre parti del mondo, poi – osserva -, esiste una falsa convinzione, molto radicata in alcune culture locali, che genera ostilità nei confronti degli anziani, sospettati di fare ricorso alla stregoneria per togliere energie vitali ai giovani; così che, in caso di morte prematura o di malattia o di sorte avversa che colpiscono un giovane, la colpa viene fatta ricadere su qualche anziano. Questa mentalità va combattuta ed estirpata. È uno di quegli infondati pregiudizi, dai quali la fede cristiana ci ha liberato, che alimenta una persistente conflittualità generazionale fra giovani e anziani”.
“La contrapposizione tra le generazioni è un inganno ed è un frutto avvelenato della cultura dello scontro. Mettere i giovani contro gli anziani è una manipolazione inaccettabile”, insiste il Santo Padre, riferendo che “si è ormai diffusa la convinzione che gli anziani fanno pesare sui giovani il costo dell’assistenza di cui hanno bisogno, e in questo modo sottraggono risorse allo sviluppo del Paese e dunque ai giovani”. “Si tratta di una percezione distorta della realtà” evidenzia, “come se la sopravvivenza degli anziani mettesse a rischio quella dei giovani. Come se per favorire i giovani fosse necessario trascurare gli anziani o addirittura sopprimerli”. Nel messaggio il Papa ha poi rilevato che “la solitudine e lo scarto degli anziani non sono casuali né ineluttabili, bensì frutto di scelte – politiche, economiche, sociali e personali – che non riconoscono la dignità infinita di ogni persona”. “Ciò avviene quando si smarrisce il valore di ciascuno e le persone diventano solo un costo, in alcuni casi troppo elevato da pagare. Ciò che è peggio è che, spesso, gli anziani stessi finiscono per essere succubi di questa mentalità e giungono a considerarsi come un peso, desiderando essi stessi per primi di farsi da parte”.
“Stando vicino agli anziani, riconoscendo il ruolo insostituibile che essi hanno nella famiglia, nella società e nella Chiesa, riceveremo anche noi tanti doni, tante grazie, tante benedizioni!” esorta il Santo Padre, che esorta, a non fare “mancare loro la nostra tenerezza”, “visitiamo coloro che sono sfiduciati e non sperano più che un futuro diverso sia possibile. All’atteggiamento egoistico che porta allo scarto e alla solitudine contrapponiamo il cuore aperto e il volto lieto di chi ha il coraggio di dire ‘non ti abbandonerò!’ e di intraprendere un cammino differente”.
V. P.