Riapre la chiesa di Tramuschio di Mirandola
Domenica 21 luglio, alle 11, celebrazione solenne per la riapertura della chiesa di Tramuschio di Mirandola presieduta dal vescovo Erio Castellucci. Si tratta della terza chiesa riaperta dopo il sisma nel territorio comunale mirandolese
di Virginia Panzani
Domenica 21 luglio riaprirà al culto la chiesa parrocchiale di Tramuschio, frazione di Mirandola. Alle 11, il vescovo di Carpi Erio Castellucci presiederà la celebrazione solenne. Seguirà un momento di festa nei locali dell’annesso Oratorio.
Dalle 10 alle 13, saranno in distribuzione lo speciale annullo filatelico e le cartoline numerate a cura del Servizio Filatelico di Poste Italiane in collaborazione con Amici della Consulta Aps e Comitato Sala Trionfini di Mirandola.
Si tratta della terza chiesa riaperta dopo il sisma nel territorio comunale di Mirandola. “La chiesa di Tramuschio, intitolata alla Visitazione della Beata Vergine Maria alla cugina Elisabetta – afferma il parroco, don Flavio Segalina – è di piccole dimensioni, in un contesto rurale a nord dell’area cittadina di Mirandola ai confini con la Lombardia. Non per questo, però, è di secondaria importanza. Anzi l’edificio ha un forte valore identitario per l’intera comunità, 325 residenti. Anche chi non partecipa attivamente alla vita della parrocchia, guarda con entusiasmo alla riapertura della chiesa e si sente coinvolto dall’evento di domenica 21 luglio”.
La visita della chiesa in anteprima, svoltasi lo scorso 1° giugno, nell’ambito dell’iniziativa “Cantieri Aperti”, organizzata dall’Ufficio Patrimonio Immobiliare della Diocesi di Carpi, ha permesso di conoscere e di apprezzare i lavori di restauro a seguito del sisma, realizzati con il contributo regionale del Piano delle Opere Pubbliche. In quell’occasione, l’architetto Sandra Losi, direttore dell’Ufficio Diocesano Patrimonio Immobiliare, e i tecnici, ingegner Gianni Bertozzi e architetto Luca Brunamonti, hanno spiegato come l’impegnativo intervento eseguito abbia restituito chiesa e campanile riparati e consolidati nelle loro strutture, ripristinandone sostanzialmente l’aspetto originario ma ottenendo un significativo miglioramento sismico. Ripristinato anche l’apparato decorativo, anche se con alcune “lacune” negli affreschi, che si presentano frammentari perché parzialmente andati perduti a causa del terremoto.
Grazie alla generosità dei parrocchiani e del tessuto economico del territorio, come fa sapere don Segalina, è stato possibile coprire le spese per gli interventi che hanno interessato gli arredi interni, non comprese nei finanziamenti stanziati dalla Regione. La Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola ha erogato un importante contributo per la sistemazione dell’apparato campanario e per il nuovo impianto di amplificazione della chiesa.