Mostraci, Signore, la tua misericordia
La diocesi di Carpi legge il Vangelo - Vangelo di domenica 14 luglio 2024
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
A cura di Giuseppe Migatti, diacono
Lectio
Gesù, dopo un periodo di apprendistato, invia i Dodici per proseguire nell’annuncio: l’evangelista Marco sottolinea che la missione è affidata ai discepoli due a due e che a essi è donato il potere sui demòni, cioè il potere di scacciare il Maligno, che è Sua prerogativa. Questo mandato non è solo dei Dodici ma caratterizza la missione cristiana. Per compiere in modo adeguato la missione loro affidata, ai discepoli Gesù ordina di rinunciare a varie cose. Al pane, alimento senza il quale non si può vivere.
Alla sacca che contiene gli oggetti personali necessari per poter viaggiare, dormire, riposarsi. Al denaro nella cintura: dopo le prime due, questa rinuncia può sembrare quasi più leggera e facile ma il denaro rappresenta la sicurezza per il futuro che consente di affrontarlo con maggiore serenità. Alle due tuniche, indumento fondamentale che, come una seconda pelle, protegge il corpo preservandolo dalla polvere e dalle intemperie.
Ci sono invece altri oggetti che il discepolo deve portare con sé. Il bastone costituisce non solo un appoggio che consente di superare i momenti di stanchezza fisica, ma anche uno strumento di difesa dai pericoli che si incontrano sulla strada, come animali o briganti. La missione è troppo importante per rischiare di non compierla! I sandali sottolineano la necessità del cammino attivo e instancabile del discepolo, chiamato a raggiungere quante più persone possibile per annunciare ovunque il regno di Dio. L’olio, con il quale si ungono gli infermi, rappresenta l’attenzione e la cura nei confronti delle persone che il discepolo incontra.
Meditatio
Questa lettura del Vangelo ci trasmette uno stile concreto di vivere il mandato di annunciare il Vangelo, che non viene dato solo agli Apostoli ma anche a ciascuno di noi. Ogni giorno ci relazioniamo con familiari, colleghi di lavoro, amici, ma anche con tanti che incontriamo sulla nostra strada: ognuno è in attesa di ricevere da noi un saluto o un gesto che lo faccia sentire riconosciuto e, in qualche modo, amato.
L’annuncio è fatto con povertà di risorse ma con semplicità profonda nel cuore, con la forza che ci viene da Gesù stesso presente a nostro fianco. Gesù, in fondo, ci chiede di mettere da parte ciò in cui confidiamo, compresi noi stessi, e di credere che solo Gesù stesso è la nostra forza. È un messaggio che dà un senso alla nostra fede; Gesù rimane il centro della nostra azione; noi agiamo in nome Suo, la missione non è nostra ma Sua. Dobbiamo tenerlo sempre presente quando prestiamo servizio, quando ci impegniamo per il bene comune, nel volontariato oppure nell’ambito politico e civile, specialmente quando abbiamo ruoli di responsabilità: l’ambito del servizio non è di nostra proprietà e non possiamo disporne a piacimento. Siamo soltanto chiamati a servire.
Oratio
Salga, quindi, la nostra preghiera al Padre perché aumenti la nostra fede e perché ci faccia sempre sentire il Suo amore anche quando sembra non ascoltare le nostre preghiere. Salga la nostra preghiera al Padre perché ci doni la coscienza di essere chiamati ogni giorno alla missione e il coraggio di superare i confini del nostro egoismo per aprirci alle esigenze degli altri.
Contemplatio
Salga la nostra preghiera verso Dio anche a favore di suor Angela Bertelli, in procinto di ripartire in missione per la Thailandia. Dopo aver fondato la Casa degli Angeli, luogo di accoglienza per tante mamme sole con bambini disabili, ed essere rientrata in Italia per rispondere alla chiamata di servire Dio nelle sue consorelle più anziane, ora è in procinto di tornare in quegli stessi luoghi con la consapevolezza che molti cambiamenti sono avvenuti: il Signore le doni rinnovato entusiasmo e completo abbandono alla sua volontà.
L’opera d’arte
Nicolas Poussin, Pietro e Giovanni guariscono lo storpio (1655), New York, Metropolitan Museum of Art. Fra i maggiori pittori francesi del ‘600, Poussin visse a lungo in Italia, affascinato dai maestri del Rinascimento, su tutti Raffaello. A quest’ultimo – in particolare ai cartoni per gli arazzi con Storie dei Santi Pietro e Paolo – si ispira l’opera qui a fianco che si rifà agli Atti degli Apostoli (At 3,1-10) ma evoca in qualche modo il tema, nel Vangelo di questa domenica, della “missione” dei Dodici, i quali, inviati da Gesù, annunciano l’avvento del Regno e nel Suo nome guariscono gli infermi. Presso il Tempio di Gerusalemme, una monumentale architettura classica, avviene l’incontro fra gli apostoli Pietro e Giovanni e lo storpio. La disposizione dei personaggi disegna una sorta di triangolo: alcuni passanti si meravigliano per quanto accade, altri continuano le loro attività. Al vertice in cima ad una scalinata, ci sono le figure principali: Giovanni che, mentre tocca il braccio dello storpio, indica il cielo, e Pietro che tende la mano verso quella del mendicante nel dirgli “nel nome di Gesù Cristo, àlzati e cammina!”. L’avvicinarsi di queste due mani è al centro dell’opera, omaggio alla Creazione di Adamo dipinta da Michelangelo nella Cappella Sistina.
V.P.