Un passo avanti nel trattamento del diabete di tipo 2
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Quest’anno è più di un secolo che è stata scoperta l’insulina umana. Come tutti ben sanno, il malato diabetico insulino dipendente, necessita di una o più iniezioni al giorno dell’ormone insulinico per poter vivere. Questo succede anche nei giovani e giovanissimi che soffrono di diabete di tipo 1. Questa dipendenza dall’iniezione, il controllo costante della glicemia, le paure che insorgono, le stanchezze, le fragilità fisiche e psicologiche che ricadono a cascata sul soggetto, ci dimostrano quanto sia una malattia trattabile ma devastante. La notizia positiva di questi giorni, che va incontro al paziente sollevandolo in uno degli aspetti più concreti, è che l’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali), ha approvato un tipo di trattamento a base di insulina per diabetici dove le somministrazioni sono ridotte ad una sola volta alla settimana. In poche parole, da un minimo di 365 iniezioni annue si passa a 52 iniezioni.
L’ingresso sul mercato di questa molecola sicuramente migliorerà la qualità di vita del paziente e la sua gestione nel rapporto con l’insulina; questo trattamento dona al paziente la libertà di non dover programmare puntualmente le giornate in base all’iniezione insulinica, darà la possibilità di vivere in modo più tranquillo avendo garantito per un bel periodo di tempo la copertura del trattamento, favorendo così una normalizzazione della vita in ambito del tempo libero, lavorativo e familiare. Il farmaco è approvato, per ora, solo per gli adulti con diabete mellito ma l’azienda che lo produce, Novo Nordisk, ha ricevuto le approvazioni normative in Svizzera e Canada per il trattamento anche del tipo 2, sempre negli adulti e chissà, forse, si darà avvio anche alla sperimentazione sui minori. Ora non rimane che rivolgere un appello ad Aifa, affinché sia sollecita nell’approvare il farmaco anche in Italia, affinché si possa dare il via nell’immediato alla distribuzione dell’insulina basale settimanale.