Prospettive “rigeneranti” attraverso staminali ed elettricità
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Quante volte nella nostra vita abbiamo visto, sentito o, addirittura, partecipato a tragedie di persone che per un trauma si sono trovati a vivere, in un battibaleno, da una stazione eretta e libera ad una vita seduti su una carrozzina. Una lesione del midollo spinale è un danno alle vie di comunicazione che trasportano messaggi in entrata e in uscita tra l’encefalo e il resto dell’organismo. Si può ben immaginare, quindi, quanto sia grave un trauma lesivo di questo fascio di nervi che può compromettere diverse funzioni della vita del soggetto stesso. Le cause più frequenti di lesioni sono incidenti stradali, traumi sportivi e accidentali, traumi violenti. Oggi, possiamo dire con soddisfazione, osiamo sperare un pochettino di più, infatti, un risultato sorprendente della ricerca biomedica, che comprende anche una equipe di ricercatori dell’Università la Sapienza di Roma, è stato presentato al mondo: lo sviluppo di un dispositivo che favorisce la rigenerazione del midollo spinale lesionato in virtù di un elettrodo e all’uso sapiente delle cellule staminali.
Il dispositivo favorisce il differenziamento (trasformazione) delle cellule staminali in neuroni da trapiantare sul soggetto traumatizzato. Il dispositivo elettrico viene utilizzato anche per trattare patologie neurologiche, il controllo del dolore e il monitoraggio dei segnali bioelettrici del corpo. Attualmente questo dispositivo è in fase di studio e i risultati sembrano estremamente incoraggianti. Questa prospettiva di trattamento è estremamente importante in quanto, al momento, non esistono cure efficaci per riparare le lesioni al midollo spinale che, come abbiamo visto, possono causare addirittura paralisi e disabilità permanenti. Sicuramente la ricerca sulle cellule staminali ha introdotto a prospettive inimmaginabili che sono in continuo sviluppo al fine di migliorare il loro utilizzo come, in questo caso, la rigenerazione del tessuto nervoso danneggiato. In ultima analisi, l’orgoglio che in questo progetto ci siano anche ricercatori italiani di una università d’eccellenza italiana, non fa che riempirci di orgoglio e di speranze sincere.