Un patrimonio da tenere vivo
Ogni anno le firme dei contribuenti diventano migliaia di opere. Valorizzazione degli edifici storici e interventi sui complessi parrocchiali
di Virginia Panzani
Alla buona riuscita della nona edizione de “La lunga notte delle chiese”, con oltre 210 iniziative organizzate sul territorio nazionale, ha contribuito anche la Diocesi di Carpi. Una decina le chiese aperte nella serata di venerdì 7 giugno. A Carpi nel centro storico erano visitabili la Cattedrale, la chiesa di Sant’Ignazio, sede del Museo Diocesano, la Cappella del Palazzo Vescovile e i “percorsi segreti” che conducono alla Cattedrale, e ancora le chiese del SS. Crocifisso, della Sagra e di San Bernardino da Siena; in periferia la chiese di San Bernardino Realino, di cui ricorre quest’anno il 70° di fondazione della parrocchia, e della Madonna della Neve di Quartirolo, parrocchia che nel 2023 compie ben 450 anni; a Mirandola era aperto il Duomo di Santa Maria Maggiore. Oltre a questi complessi, grazie alla disponibilità della direzione dei Musei Civici di Carpi, è stato possibile visitare la Cappella di Palazzo Pio.
Si dice soddisfatta l’architetto Sandra Losi, direttore dell’Ufficio diocesano beni culturali, nonché direttore dell’Ufficio diocesano patrimonio immobiliare. “Numerose le persone che sono venute per visitare le chiese aperte ed hanno partecipato, a gruppi, alle visite guidate che abbiamo offerto gratuitamente – commenta -. Hanno inoltre espresso apprezzamento per l’iniziativa che ha permesso loro di scoprire o di approfondire la conoscenza di luoghi che sono patrimonio di fede, di storia e d’arte, ma anche simboli identitari della nostra comunità”. La frequenza è stata diversificata, più affollate le visite nel centro storico di Carpi, con una media di 50 persone a sito, con punte fino a 70 persone in alcuni luoghi, e più esigua in periferia.
“Questo immenso patrimonio – osserva l’architetto Losi -, fatto non solo di luoghi di culto, ma anche di locali per le diverse attività pastorali, di formazione ma pure di ritrovo, riferimento e supporto per bambini, ragazzi e famiglie, va però valorizzato e mantenuto vivo”. Vale la pena qui sottolineare come la firma dell’ 8xmille alla Chiesa Cattolica da parte dei contribuenti si traduce in interventi sul territorio diocesano che concorrono alla custodia, alla salvaguardia e alla valorizzazione di questo insostituibile patrimonio di tutti. “Annesso a questo cammino – sottolinea l’architetto Losi – è il dovere morale di trasmettere alle generazioni future quanto ci è stato tramandato dalle eccellenze del passato”.