È la democrazia che ci riguarda
Dall’Europa ai comuni la lezione del voto
di Luigi Lamma
Dall’Europa ai Sindaci gli elettori hanno scelto esprimendosi in modo molto chiaro. I risultati non lasciano margini di incertezza nell’individuare vincitori e sconfitti. Come era prevedibile la polarizzazione del voto europeo, squisitamente politico, con la discesa in campo di tutti i leader dei partiti, ha profondamente condizionato il voto amministrativo penalizzando, in questa tornata, tutta l’area delle liste civiche autonome rispetto alle due grandi coalizioni che si sono aggregate attorno al Partito Democratico da una parte e a Fratelli d’Italia dall’altra. Purtroppo le amministrative, che solitamente vedono l’elettorato più coinvolto e mobilitato, grazie alle decine di candidati nelle varie liste (quasi trecento solo a Carpi), non ha avuto l’effetto di arginare l’astensionismo che in provincia di Modena, ad esempio, è aumentato di quasi il 10% rispetto alle europee del 2019, con un’affluenza alle 23 di domenica sera del 60,77%.
Ci sarà tempo nei prossimi giorni per un’analisi più dettagliata dell’esito del voto soprattutto guardando agli equilibri che si sono creati in Emilia-Romagna: infatti i cittadini emiliano-romagnoli saranno di nuovo chiamati alle urne in autunno per eleggere il Presidente e il consiglio regionale in sostituzione di Stefano Bonaccini, che ha conquistato il seggio al parlamento europeo con quasi 389mila preferenze. Nei comuni delle Terre d’Argine e dell’Area Nord, si registra al momento un solo cambiamento a Cavezzo che passa per la prima volta al centrodestra. Nei comuni maggiori è in bilico l’esito del voto a Mirandola dove si prospetta la possibilità di un ballottaggio. Dall’esito scontato la competizione per il comune di Carpi, dove il campo largo messo in piedi da Riccardo Righi, che va dall’Alleanza Verdi-Sinistra ad Azione con un tocco di Democrazia Cristiana, ha convinto la maggioranza degli elettori.
Al netto di tutte le valutazioni che lasciamo a politici e politologi di professione in passerella nei prossimi giorni da un talk show all’altro tra radio e tv, ciò che più sta a cuore nella prospettiva del bene comune a cui è orientata tutta l’azione politica, si può riassumere in alcuni punti che in parte abbiamo affrontato su queste pagine già nelle settimane precedenti l’appuntamento elettorale. Prima di tutto la necessità di una solida coalizione alla guida dell’Europa capace di affrontare come priorità riportare la pace nel continente mettendo in campo ogni risorsa che non sia il ricorso alle armi per fermare le mire espansionistiche russe in Ucraina e in altre aree. Collegata a questa situazione di conflittualità non si possono sottovalutare le derive nazionalistiche e di estrema destra che hanno ottenuto importanti affermazioni in alcuni paesi europei. Sarà importante, non come avvenuto in passato, che i parlamentari eletti siano presenti sul territorio e traducano nella loro azione quotidiana il desiderio di pace che sale dai popoli e dalle nazioni che rappresentano.
Resta infine la missione più impegnativa per tutti, eletti ed elettori, stare al capezzale di una democrazia seriamente malata, sia per il dato clamoroso dell’astensionismo ma soprattutto per il venire meno di quella sana vigilanza che dovrebbe mettere in guardia dal rischio di pericolose involuzioni nelle limitazioni delle libertà o nel tentativo di riscrivere la storia dell’Italia e dell’Europa in base alle maggioranze di turno. Per questo occorre guardare con giustificata attesa e speranza al lavoro preparatorio e ai frutti che usciranno dalla 50° Settimana Sociale dei cattolici (Trieste, 4-7 luglio) per tornare al “cuore della democrazia”. E’ quanto ci auguriamo per il bene della società italiana e per un chiesa sempre più consapevole della propria missione.