Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore
La diocesi di Carpi legge il Vangelo - Vangelo di domenica 2 giugno 2024
Dal Vangelo secondo Marco
Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro (…). Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». (…)
A cura di don Severin Ngueliassi Kouadjo, Commissione diocesana per la formazione permanente del clero
Lectio
L’Eucarestia ti introduce realmente in questa sala dove più di 2000 anni fa, Gesù e i suoi discepoli si sono riuniti. L’evangelista ci tiene a sottolineare le caratteristiche che ha la sala che hanno preparato i discepoli per la Cena del Signore: è una sala che si trova al piano superiore, è grande e arredata. L’ultima parte del brano racconta ciò che è accaduto durante quella Cena in quella sala: Gesù è cosciente che la sua vita è giunta alla fine. Lui vuole che i suoi discepoli si impegnino a dare continuità all’uomo nuovo che Lui ha introdotto nel mondo. Vuole porre un segno davanti suoi discepoli che indichi questo progetto di uomo nuovo che Lui ha realizzato con la sua vita. Che segno sceglie? Il segno del pane e del vino e ha detto: “questo sono io, è la mia vita donata per amore, neanche una briciola è andata perduta, ho donato tutto per amore dell’umanità” e il brano si conclude con Gesù che sale sul monte degli ulivi con i suoi discepoli.
Meditatio
Il brano inizia con un’indicazione di tempo, era “il primo giorno degli Azzimi”, come per dire che ogni settimana quando ci raduniamo per la celebrazione dell’Eucaristia diamo inizio ad una realtà completamente nuova, che è cominciata con la Pasqua di Gesù. Egli chiama i suoi discepoli e li manda a preparare il luogo dove cenerà con loro. Anche le nostre celebrazioni devono essere preparate, non soltanto esteriormente, perché va interiorizzato molto bene il significato del sacrificio che celebriamo la domenica, quando come Gesù e i suoi discepoli ci raduniamo. Le nostre celebrazioni eucaristiche devono rendere presente il Signore in mezzo a noi (la sala è al piano superiore), devono farci sentire liberi (la sala è grande) e devono essere accoglienti (la sala è arredata).
“Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi… Questo è il calice del mio sangue, versato per molti in remissione dei peccati”. Con queste parole, il Maestro ha istituito il Sacramento dell’Eucaristia, fonte inestinguibile di grazia e amore. Ogni volta che partecipiamo alla Messa e riceviamo la Comunione, veniamo uniti a Gesù in maniera intima e trasformante.
Oratio
La solennità del Corpus Domini è un richiamo a ritornare alla fonte della nostra fede, a contemplare il mistero eucaristico con cuore riconoscente e con occhi nuovi. È un invito a riscoprire la bellezza della liturgia che per molti sembra stia andando scemando. E’ un invito a vivere con maggiore intensità e interiorità la partecipazione alla Messa, e a diventare noi stessi pane spezzato per gli altri, facendoci, sulla scia di Gesù e di tutti i santi prima di noi, carico delle sofferenze e delle gioie dei nostri fratelli e sorelle bisognosi di un gesto di speranza e d’amore. In questo giorno di festa, preghiamo con fervore affinché l’Eucaristia rinnovi il nostro cuore, rinvigorisca la nostra fede e ci renda capaci di amare come Gesù ci ha amati. Che la presenza reale di Gesù nel Santissimo Sacramento dell’altare ci ispiri a essere insieme luce e speranza nel mondo, testimoni della misericordia e della pace che solo Lui può donare. Amen.
Contemplatio
Come viviamo la nostra relazione con l’Eucaristia? La partecipazione alla Messa è per noi un incontro vivo e trasformante con il Signore, o è diventata una routine? Ci lasciamo davvero nutrire e trasformare dal Corpo e Sangue di Cristo, per diventare testimoni autentici del Suo amore nel mondo? Per interiorizzare il messaggio poi, possiamo ripeterci spesso: “la celebrazione eucaristica è il banchetto di nozze del Signore con la Sua Chiesa”.
Fractio
“Fate questo in memoria di me”. Le comunità dei primi secoli, obbedendo a questa raccomandazione del Maestro, si riunivano la domenica per mangiare la “Cena del Signore”. È decisivo per la vita delle nostre comunità, prendere coscienza di ciò che è accaduto in quella Cena a Gerusalemme se vogliamo capire cosa facciamo quando celebriamo il banchetto eucaristico la domenica.
L’opera d’arte
Marco Palmezzano, Comunione degli Apostoli (1504-06), Forlì, Musei San Domenico, Pinacoteca Civica. In uesto dipinto di Palmezzano, raffinato esponente della scuola rinascimentale romagnola, in origine sull’altare maggiore del Duomo di Forlì, l’istituzione dell’Eucaristia è raffigurata come “comunione degli apostoli”. Sotto un porticato classicheggiante, Gesù, nella veste di sacerdote, distribuisce le particole.
È un solenne raccoglimento intorno al Maestro, dal volto concentrato in quanto si sta compiendo: alla sua destra, in piedi, c’è Giovanni, il discepolo prediletto, con il calice in mano, mentre gli altri apostoli sono inginocchiati. Fra di loro si riconosce Simon Pietro, il primo a ricevere la comunione quale capo della Chiesa, mentre Giuda il traditore, è alle spalle di Gesù, isolato. Per la qualità pittorica, quest’opera è stata considerata da sempre un capolavoro, a partire dai contemporanei dello stesso Palmezzano. Da notare, infine, nel paesaggio sullo sfondo, la scena di Gesù tentato da Satana nel deserto: forse un’allusione al tema del “pane” o al fatto che, si legge nel Vangelo di Luca, “il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato”, quello della Passione, a cui l’ultima cena dà inizio.
V.P.