Riapertura del Duomo di Finale Emilia, preghiera composta dal vescovo Castellucci
Domenica 26 maggio, solenne celebrazione di riapertura al culto del Duomo di Finale Emilia. In anteprima, il testo della preghiera composta per l’occasione dal vescovo Castellucci, che sarà distribuita su un ricordino ai presenti
Foto Alessandro Fiocchi
A Finale Emilia fervono i preparativi per la solenne riapertura del Duomo (chiesa dei Santi Filippo e Giacomo) in programma domenica 26 maggio, a dodici anni dal terremoto che devastò la Bassa modenese. Dopo cinque anni di lavoro, l’antica chiesa finalese tornerà ad accogliere i fedeli.
La festa per la riapertura prenderà il via alle 16 con il concerto di campane tenuto dall’Unione Campanari Modenesi. Alle 17, sul sagrato del Duomo, i saluti e gli interventi istituzionali, aperti da monsignor Giuliano Gazzetti, vicario generale dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, e da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario delegato Ricostruzione sisma 2012. Dalle 17.30 la cerimonia presieduta da mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola: con il pastorale, il presule batterà le porte del Duomo che a quel punto saranno definitivamente riaperte. Nel cuore della Santa Messa (concelebrata da numerosi presbiteri e accompagnata dai canti delle corali finalesi e all’organo dal Maestro Matteo Bonfiglioli) avverrà anche la dedicazione dell’altare, secondo un rito solenne che prevede l’unzione con il Sacro Crisma e l’incensazione della Sacra mensa. Al termine della cerimonia, i saluti e i ringraziamenti di don Daniele Bernabei, parroco di Finale Emilia.
In piazza Verdi sarà allestito un maxischermo per permettere di seguire la celebrazione anche a coloro che non riusciranno a trovare posto in Duomo. Nel pomeriggio, accanto al Duomo, sarà attivo un ufficio postale distaccato con la possibilità di ricevere la cartolina commemorativa (realizzata dal Circolo Filatelico Numismatico Finalese, con un disegno di Mario Cavani) e l’annullo speciale filatelico di Poste Italiane dedicato alla rinascita della chiesa finalese. Dopo la cerimonia è previsto un momento conviviale. In serata, in Duomo, il concerto d’organo del Maestro Bonfiglioli e del Piccolo Coro “Sorridi con noi” diretto da Lucia Tassi.
Il ritorno del Guercino
La cerimonia di riapertura suggella il lungo percorso dei lavori di ripristino del Duomo, avviati il 25 marzo 2019. L’importo complessivo delle opere, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna grazie al Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati dal sisma, è pari a 6 milioni e 30mila euro. Proprio lunedì scorso è tornato a Finale Emilia anche il prezioso dipinto raffigurante La Madonna, il Bambino e San Lorenzo che il Guercino realizzò nel 1624 per la chiesa di Sant’Agostino (attuale chiesa del Seminario). Dopo il sisma la grande tela venne trasportata al Museo diocesano e benedettino di Nonantola, dove è stata custodita in questi anni. Grazie ai fondi provenienti dall’8xmille alla Chiesa cattolica, l’opera è stata anche accuratamente restaurata. Per le evidenti esigenze di tutela e di custodia, il capolavoro del Guercino, al rientro a Finale, è stato dunque collocato in Duomo, in uno dei due lati del presbiterio.
La preghiera dell’Arcivescovo
In occasione della riapertura del Duomo di Finale Emilia, l’arcivescovo Erio Castellucci ha composto una preghiera che verrà riportata su un ricordino, in distribuzione domenica prossima. Eccone di seguito il testo.
Solo tu, Signore, conosci quanti fedeli hanno pregato tra queste mura, quanti nei secoli hanno deposto qui le loro speranze e sofferenze, quanti hanno aperto il loro cuore per ricevere il tuo perdono e hanno cantato, ascoltato la tua Parola, condiviso il Pane della vita.
Solo tu, Signore, conosci il cuore di chi si è qui affacciato, anche solo per un rapido sguardo o un’invocazione; il cuore di chi ti ha donato una lacrima e un desiderio, di chi è nato alla vita nuova o ha ricevuto l’ultimo saluto terreno.
Solo tu, Signore, puoi leggere l’animo di chi, in questi anni, ha atteso di rivedere lo splendore della tua casa, dopo la grande ferita del sisma, dopo il tempo delle rovine; e solo tu puoi sondare la gioia che oggi si fonde con la luce di queste navate.
Grazie, Signore, perché hai voluto che la Chiesa di mattoni fosse il segno della Chiesa di persone, che è tuo Corpo; grazie, perché continui a radunarci come “pietre vive”, felici di camminare con te verso la vita che non vedrà più fine.
Amen
Foto Alessandro Fiocchi