Mirandola, celebrazione in onore del Patrono presieduta dal vescovo Castellucci
Giovedì 16 maggio, a Mirandola, il vescovo Erio Castellucci ha presieduto in Duomo la Santa Messa in onore del Patrono San Possidonio. Presenti le autorità civili e militari e le associazioni di volontariato. Conferito il mandato ai ministri straordinari della Comunione in servizio nella parrocchia
di Virginia Panzani
Il vescovo Erio Castellucci e il parroco don Fabio Barbieri con i ministri straordinari della Comunione
Nella memoria liturgica del Patrono San Possidonio, giovedì 16 maggio il vescovo Erio Castellucci ha presieduto la Santa Messa solenne nel Duomo di Mirandola, coadiuvato dal vicario generale, monsignor Gildo Manicardi, dal parroco don Fabio Barbieri, dal parroco di San Possidonio padre Sebastien Giso Banga e dai sacerdoti del territorio mirandolese. Erano presenti le autorità civili, guidate dal sindaco Alberto Greco, e militari e le diverse realtà del volontariato cittadino. Ad animare i canti il coro parrocchiale, diretto da Raffaele Diodati. Per l’occasione il Vescovo ha conferito il mandato ai ministri straordinari della Comunione eucaristica della parrocchia: tre lo hanno ricevuto per la prima volta, un’altra ventina di laici, laiche e religiose sono stati confermati in questo servizio così prezioso per gli ammalati e gli anziani della comunità.
“Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità…” (Gv 14,15-17). Sul brano del Vangelo proclamato durante la liturgia si è soffermato monsignor Castellucci nell’omelia. “Queste sono le tre grandi caratteristiche dello Spirito: ci consola, ci difende, ci ‘suggerisce’ le parole di Gesù, ce le fa sentire nel cuore – ha spiegato -. I pastori, oggi celebriamo un grande pastore, il vescovo San Possidonio, hanno ricevuto lo Spirito per farsi strumenti di questa azione di Dio. Dunque, essere pastore è opera dello Spirito. I pastori hanno questo compito, non di spadroneggiare sul gregge – come ammonisce San Pietro nella seconda lettura di oggi -, non di mettersi in mezzo tra l’azione dello Spirito e i fedeli, ma di favorirla – ha sottolineato il vescovo Erio – facendosi voce dello Spirito che consola nelle difficoltà, difende dal male e suggerisce le parole di Dio, cerca di trasformarle in amore. Ringraziamo allora il Signore perché ci dona dei pastori, perché ci ha donato San Possidonio e tanti altri pastori buoni. E chiediamo al Signore di custodire i pastori stessi perché è lui ‘il’ pastore e gli altri, noi – ha concluso monsignor Castellucci, facendo riferimento a sé e ai confratelli concelebranti – ne siamo un pallido riflesso”.