Il cardinale Zuppi interviene sulla sicurezza e sul lavoro bene comune
L’Arcivescovo di Bologna, cardinale Zuppi, è intervenuto sulla sicurezza e sul lavoro bene comune a seguito dell’incidente alla centrale idroelettrica di Bargi. “Il lavoro è vita, è vocazione, dignità della persona, socialità. Se diventa morte, sfruttamento, ingiustizia, ciò deve generare corale e convinta repulsione”
Card. Matteo Zuppi (Foto Siciliani – Gennari/ SIR)
Ieri, giovedì 11 aprile, l’Arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, alla manifestazione sindacale in Piazza Maggiore a Bologna, è intervenuto sulla sicurezza e sul lavoro bene comune a seguito dell’incidente alla centrale idroelettrica di Bargi.
«Non possiamo abituarci al fatto che il lavoro – ha affermato tra l’altro l’Arcivescovo – che dà vita, diventi morte. Per nessuno. Lavoro e morte non devono mai abbracciarsi. Il lavoro è vita e deve far vivere, è vocazione, dignità della persona, socialità. Se diventa morte, sfruttamento, ingiustizia, ciò deve generare corale e convinta repulsione. Per questo oggi chiediamo responsabilità e sicurezza. Le vittime sul lavoro sono uno scandalo. Le morti e gli infortuni riguardano tutti».
L’Arcivescovo, che ha espresso vicinanza e preghiera alle famiglie dei morti, dei feriti e dei dispersi, nel suo intervento ha aggiunto inoltre: «La Chiesa è preoccupata delle condizioni dei lavoratori, perché al centro ci sono le persone. Tutte. Nel recente documento “Dignitas infinita” del Dicastero per la Dottrina della Fede, è scritto: “La povertà si diffonde in molti modi, come nell’ossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciò provoca, perché la disoccupazione che si produce ha come effetto diretto di allargare i confini della povertà. Tra questi effetti distruttori dell’Impero del denaro, si deve riconoscere che non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro” (n. 37). (…) “La sicurezza sul lavoro – disse Papa Francesco – è parte integrante della cura della persona”. La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso, ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona. Facciamolo anche per onorare la loro morte».