Un amico universale
Giornata di studi su Dietrich Bonhoeffer il 13 aprile a Carpi. Intervista ad Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Cervi
di Virginia Panzani
Fra gli interventi in programma al convegno su Dietrich Bonhoeffer, organizzato per sabato 13 aprile, dalle 9.30 all’Auditorium San Rocco, vi sarà quello di Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi. A lei il compito di mettere in evidenza la ricchezza dei rapporti umani instaurati dal teologo tedesco, come emerge da “Resistenza e Resa”, il volume che contiene lo scambio epistolare dal carcere di Berlino-Tegel con la famiglia e con l’allievo e amico Eberhard Bethge.
Dottoressa Soliani, “Non vorrei vivere in nessun altro tempo che il nostro” è il titolo del convegno. Di fronte all’attuale scenario internazionale, travagliato da violenti conflitti e da crisi su larga scala, che significato assumono queste parole, e più in generale, la testimonianza di Bonhoeffer? Il tema del convegno che si terrà a Carpi è la fedeltà di Bonhoeffer al suo tempo, possiamo dire con gioia. Per quanto fosse tra i più bui della storia, egli sentiva in profondità che esso era il tempo della sua responsabilità, del suo coraggio, il contesto nel quale egli avrebbe giocato tutta la sua esistenza.