Arte e vangelo alla ricerca di nuovi linguaggi
Continua il cantiere sinodale con gli artisti locali. Messaggio del Vescovo e dei presbiteri del Collegio Consultori
di Mons. Gildo Manicardi, vicario generale
Dopo la riflessione del Vescovo e dei Presbiteri Consultori nel Collegio di venerdì 5 aprile 2024 desideriamo esprimere le nostre considerazioni ai fedeli e a quanti, donne e uomini, sono sensibili ai temi dell’arte nel suo rapporto con la religiosità e la fede. Ci rivolgiamo, in particolare, a quanti in occasione della mostra Gratia plena si sono sentiti a disagio o addirittura feriti e a coloro che sono stati coinvolti o interessati alle polemiche scoppiate in città, ma in gran parte importate da una comunicazione di massa diffamatoria, intenzionalmente manovrata.
Naturalmente ci scusiamo perché l’iniziativa, maturata nel corso del cammino sinodale, non è riuscita a tenere conto adeguatamente del grado di sensibilità – o forse “ipersensibilità” – vivacemente presente in gruppi di fedeli. Al tempo stesso, non possiamo non osservare che purtroppo la campagna di diffamazione è riuscita a rendere irrilevanti le posizioni espresse dal Vescovo e da altri responsabili della nostra Diocesi. Sono state quasi del tutto sottaciute le preoccupazioni circa le ferite inferte alla comunione ecclesiale, ripetutamente formulate nelle omelie e nelle riflessioni del triduo pasquale, particolarmente nella Chiesa Cattedrale. Non possono certo essere dimenticate le vibranti parole di Papa Francesco in Evangelii Gaudium: «preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze» (EG 49).
L’esposizione allestita al Museo Diocesano ha mostrato d’altra parte, un po’ a sorpresa, un tasso di iracondia verbale francamente eccessivo. Sono stati evidenti in questi giorni anche il desiderio combattivo di contrastare sviluppi non graditi nel cammino della “Chiesa in uscita” con fatti di forte impatto emotivo come massicce mailbombing e incontri dichiarati come penitenziali, riparatori e addirittura esorcistici per liberare … il Vescovo. Per quanto riguarda questi incontri devoti, come non rilevare l’uso strumentale della preghiera e il suo carattere non certo evangelico? Chi potrebbe immaginare che salga davvero al cielo una preghiera organizzata per fare pressione, costringere altri – e anche i legittimi ministri della Chiesa – ad accodarsi alle proprie idee?
In questo quadro artificiosamente gonfiato e infiammato, un avvocato forlivese ha persino presentato un esposto contro il Vescovo e gli organizzatori della mostra, che però è stata seguita da una quasi contestuale richiesta di archiviazione da parte del gip. Anche qualcuno dei sacerdoti diocesani si è poco opportunamente abbandonato a discussioni e a scaramucce “fraterne” veramente di cattivo gusto, in qualche caso usando anche canali pubblici. Particolarmente doloroso, inoltre, è il fatto che si sia voluto imbrattare e sfregiare la più discussa delle opere della mostra, arrivando a colpire gravemente l’autore con un pugno rafforzato da un oggetto contundente.
A fronte di questi imprevisti sviluppi la valutazione del Vescovo e dei Presbiteri consultori è partita dalla constatazione che alla fine è risultato che il rapporto tra i linguaggi dell’arte e quelli del vangelo è un tema ancora molto caldo e più divisivo di quanto si pensasse. Perciò una riflessione sinodale sul tema dell’arte, della fede e della religiosità risulta ancora più necessaria e opportuna di quanto avessero pensato i primi organizzatori della mostra Gratia plena dedicata all’arte e all’esperienza religiosa. Ci siamo di conseguenza orientati a non abbandonare il dialogo sinodale sulla relazione Chiesa, artisti e arte. In vista dell’incontro sinodale della Chiesa di Carpi con gli artisti (già previsto per il 1° giugno) saranno perciò proposti alcuni altri incontri. Il primo step proposto è la mostra Gratia plena, che continuerà esponendo anche il quadro così come appare dopo “l’assalto” subito. Si ritiene infatti che la riflessione che svilupperemo anche con altri artisti e con altre opere debba avere ben chiaro l’intreccio, che nel concreto avviene – forse inevitabilmente – tra rappresentazioni artistiche, gradimenti, attacchi di aggressività, epifanie di risentimenti e persino scoppi di violenza sconsiderata.
Speriamo di aiutarci reciprocamente a sbollire gli animi, a stemperare le opposte animosità e a suggerire riflessioni più pacate e, da parte di tutti, più equilibrate. Gesù nel Discorso del monte ha insegnato, senza tonalità intermedie: «Sia il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno» (Mt 5,37). Ma a Pietro che credeva di essere generoso perdonando sette volte, nel Discorso sulla comunione nella chiesa ha ingiunto il settanta volte sette: «Pietro disse: “Se mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?”. E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”» … e sapete già che, in questo mercato, non si fanno sconti!