Serata del Lions Club Mirandola sull’intelligenza artificiale
Il Lions Club Mirandola, presieduto da Paolo Campedelli, ha dedicato una serata al tema dell’intelligenza artificiale, dei suoi sviluppi e implicazioni, con gli interventi di tre esperti
Il presidente del Lions Club Mirandola, Paolo Campedelli a sinistra, insieme ai relatori
L’argomento “L’impresa che verrà – come l’intelligenza artificiale sta cambiando le nostre organizzazioni” è stato oggetto della serata conviviale dello scorso 26 marzo, tenuta dal Lions Club Mirandola, presieduto da Paolo Campedelli. A trattarlo sono stati chiamati tre esperti molto autorevoli: l’ingegner Fabio Ferrari, fondatore di Ammagamma, società modenese che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale (IA) per migliorare i processi delle aziende, recentemente acquisita da Accenture Spa con l’obiettivo di sviluppare un centro di eccellenza italiano per l’IA, la dottoressa Emanuela Pezzi, direttore generale di Nuova Didactica, scuola di Management di Confindustria Emilia, prossima ad entrare nella Fondazione Aldini Valeriani di Bologna, e il dottor Maurizio Sarmenghi di Bologna, consulente di Direzione Aziendale e Manager per l’Innovazione in società di formazione.
Ad inizio serata il Club ha conferito la Melvin Jones Fellowship, massima onorificenza lionistica, alla memoria del socio Lions Valter Belluzzi, anticipatamente scomparso nel febbraio 2023, ma sempre molto presente nel ricordo di tutti. A seguire il presidente Paolo Campedelli ha dato il via alle interessanti relazioni.
L’ing. Ferrari ha narrato la storia di Ammagamma, fondata nel 2013, che oggi occupa più di 100 persone e sta vivendo il tumultuoso sviluppo “verticale” (ossia più che esponenziale) del settore dell’IA. La società in una prima fase si occupava solo di migliorare, con algoritmi algebrici e matematici, le funzioni accessorie delle aziende, per esempio la gestione del magazzino. Oppure per adattare la crescita aziendale all’andamento futuro delle vendite, o all’evoluzione del mercato. Mentre più recentemente, con lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Generativa (IAG), si cerca di entrare nel core business delle società, ossia di realizzare aziende interamente guidate dall’intelligenza artificiale, automatizzando compiti e risolvendo problemi complessi in vari contesti: dalla ricerca scientifica al mercato azionario, dalla robotica alla giustizia, passando per il campo medico, ossia migliorando l’accuratezza e la precisione delle diagnosi mediche e rendendo più veloce la scoperta di nuovi farmaci, etc. Oggi l’intelligenza artificiale esiste già in tantissimi settori e consente di aumentare l’efficienza e di ridurre i costi. Qualcuno teme massicce perdite di posti di lavoro a causa dell’IA, anche se più probabilmente ciò verrà compensato dalla creazione di nuove professionalità. Ecco quindi l’esigenza di formare gli addetti al settore in modo specifico, sulla base delle importanti evoluzioni in corso. Come spiegato dalla dottressa Pezzi, dirigente di Nuova Didactica, è fondamentale fare cultura anche con corsi semplici che insegnino agli operatori come interagire con l’intelligenza artificiale, specie in un paese agli ultimi posti nella statistica mondiale del coinvolgimento delle persone col proprio lavoro. Anche il dottor Sarmenghi sottolinea la velocità del cambiamento e l’avvento del “new normal” con la complessità crescente dei problemi da trattare per arrivare ad una loro semplificazione, anche grazie all’IAG. Proprio la necessità di far convivere le nostre conoscenze e una realtà che cambia così rapidamente, ha favorito l’ingresso nelle equipe di studio dell’IAG anche di figure “pensanti” come quelle dei filosofi, a fianco degli ingegneri e dei matematici.
Anche se siamo ancora lontani dallo sviluppo di sistemi davvero intelligenti, con una coscienza propria, l’intelligenza artificiale sta permeando sempre più le nostre vite, soprattutto a livello di consapevolezza, più che di conoscenza. I. P.