La politica del “fare”
L’esperienza parlamentare, la competenza su diverse materie, l’oratoria brillante e la sensibilità umana e cristiana di Vittorino Carra
di Pierluigi Castagnetti
Vittorino Carra è stato sicuramente uno dei più autorevoli parlamentari emiliani dei primi decenni della Repubblica. Erano quelli anni in cui era ancora in atto la fase di ricostruzione materiale e morale del paese, e Carra, un uomo col “fuoco” dentro, era attore di primo piano, soprattutto nelle riunioni del gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana in cui lui, militante nella corrente di “Forze Nuove” guidata da Donat Cattin, era divenuto punto di riferimento di tanti colleghi, in genere ex sindaci e amministratori locali del nord, sostenitori della “politica del fare”. In effetti si distingueva per la non consueta competenza in vari settori, sanità, previdenza sociale, programmazione economica e infrastrutture. La stessa A22, iniziata prima del suo arrivo in parlamento e inaugurata nel 1968, fu al centro di tanta sua attenzione e iniziative soprattutto per disincagliarla da frequenti ostacoli burocratici e rallentamenti procedurali, spesso inspiegabili, nonostante fosse autostrada di proprietà privata, seppur di sicuro interesse pubblico.