“Unione Non Spreca”: sostegno a oltre mille persone
Nel 2023 è stato dato supporto a 327 famiglie, distribuiti oltre 100 tonnellate di alimenti e 7.4 quintali di prodotti per l’igiene personale da parte di oltre 90 volontari
Sostegno alle famiglie in difficoltà, raccolta e distribuzione di cibo in eccesso, sensibilizzazione, educazione, supporto e consulenza, nonché attivismo civico. Questi i principi condivisi alla base di “Unione Non Spreca”, il progetto di comunità che si basa sul concetto di “unione”, una rete di partner nata nel 2021 nel territorio delle Terre d’Argine che ha messo in connessione le cinque realtà che da anni si occupano di garantire aiuto alimentare e sostegno alle persone in difficoltà del territorio: Porta Aperta Odv Carpi (in particolare con la bottega solidale “Cibùm” che si spende per il contrasto alla povertà), Cooperativa Sociale Eortè di Soliera (quale ente capofila), circolo ANSPI la Sassola di Campogalliano, l’Associazione di volontariato “V Zona” di Novi e la Cooperativa Sociale il Mantello di Carpi. L’obiettivo del progetto è quello di contrastare la povertà e lo spreco alimentare attraverso il coordinamento e la distribuzione di cibo, garantendo nel contempo la tutela dell’ambiente. Questo avviene tramite il recupero e la redistribuzione di cibo e beni di prima necessità attraverso due empori solidali, “Cibúm” a Carpi e “Il Pane e le Rose” a Soliera, e due centri di ascolto e distribuzione di generi alimentari.
Il successo del progetto si riflette nei numeri in continua crescita: nel 2023 è stato dato supporto a 327 famiglie sul territorio dell’Unione per un totale di 1010 persone. Sono stati distribuiti oltre 100 tonnellate di alimenti e 7.4 quintali di prodotti per l’igiene personale da parte di oltre 90 volontari che hanno dedicato oltre 13.000 ore del loro tempo.
“La lotta allo spreco alimentare è un valore per la nostra comunità – spiega Alberto Bellelli, Presidente dell’Unione delle Terre d’Argine – che ha trovato nella messa in rete in Unione un utilizzo ancora più efficiente. La realizzazione di nuovi strumenti distributivi ha poi permesso di aumentare le famiglie sostenute: un impegno che dobbiamo mantenere in tempi di forte crescita dei costi alimentari che hanno messo in difficoltà molti nostri concittadini”.
Nel contesto attuale, caratterizzato da crescenti sfide economiche e sociali, l’importanza della solidarietà e della responsabilità comunitaria si fa sempre più evidente. Accanto alla politica di responsabilità economica, è essenziale promuovere la redistribuzione dei beni di prima necessità come un elemento simbiotico della nostra comunità: le relazioni tra associazioni ed enti giocano un ruolo fondamentale nel favorire il benessere collettivo e combattere l’isolamento relazionale.
“Oltre alla distribuzione di quello che viene recuperato (che corrisponde o a una sporta alimentare ogni 15 giorni o alla possibilità di fare la spesa presso un emporio o nel market sociale ‘Il Pane e le Rose’) – spiega Valentina Pepe di Eortè – viene dato alle famiglie un sostegno a 360 gradi, in quanto sono aiutate in vari aspetti, come percorsi educativi o supporto e consulenza di vario genere”. Infatti, le famiglie bisognose hanno diritto a beni di prima necessità ma anche a supporti svariati, che vanno dall’acquisto di latte e pannolini per le famiglie con bimbi neonati (come accade grazie alla Caritas di Campogalliano) all’assistenza nella compilazione di domande per chi non ha le necessarie competenze digitali (grazie allo sportello informativo gestito dal Mantello sui quattro Comuni, che si focalizza soprattutto sull’alfabetizzazione digitale), dal servizio del parrucchiere fino a una pizza, o al calzolaio. Per offrire occasioni di sostegno e vicinanza, in quanto “i soggetti con bisogni economici – ha sottolineato Bellelli – hanno bisogno anche di riprendere una sfera relazionale, di combattere quell’isolamento che spesso può conseguire a una fragilità economica”.
Gli utenti finali non sono soltanto stranieri, ma anche tanti italiani, specialmente di famiglie monogenitoriali, che sono in crescita e che faticano a sostenere tutte le spese per la gestione della vita quotidiana. “Questa è una delle tante azioni che mettiamo in campo come Servizi sociali dell’Unione ed è particolarmente virtuosa – ha sottolineato la responsabile Ramona Vai – perché stiamo parlando di azioni concrete. Le famiglie prese in carico non ricevono euro in contanti, bensì acquisiscono ‘punti’ che servono per portare a casa i servizi. La loro è una presa in carico lunga, che può durare mesi e che richiede per la gestione una macchina complessa, consolidata e implementata nel tempo. E che comporta un sostanzioso impegno economico da parte dell’Unione, all’incirca 118mila euro che vanno principalmente in rimborsi spese per il Terzo Settore (come la benzina, le assicurazioni, le utenze dei luoghi usati per il progetto). Grazie a questi aiuti, andiamo a soddisfare ben il 60 per cento del fabbisogno di una famiglia”.
In un periodo in cui la solidarietà e la volontà di aiutare sono più importanti che mai, questo progetto rappresenta un esempio tangibile di come la collaborazione tra enti, associazioni e volontari possa fare la differenza nella vita delle persone e nella costruzione di una comunità più accogliente ed inclusiva.