Gratia Plena
Al Museo diocesano una mostra dell’artista Andrea Saltini che sarà inaugurata sabato 2 marzo. Nel catalogo testi di don Carlo Bellini e della critica d’arte Cristina Muccioli
di Luigi Lamma
S’intitola Gratia Plena la personale di Andrea Saltini, in programma dal 2 marzo al 2 giugno 2024 all’interno della chiesa di Sant’Ignazio a Carpi, sede del Museo diocesano, e sarà inaugurata sabato 2 marzo alle ore 18.30, con un’introduzione critica di Cristina Muccioli. Il percorso espositivo comprende una ventina di dipinti a tecnica mista su tela, molti dei quali di grandi dimensioni, realizzati appositamente per l’occasione e appartenenti alla serie Gratia Plenia, che dà il titolo alla mostra.
Un nuovo corpus di opere, comprensivo anche di alcune carte, che spinge l’artista ad indugiare in una personale ricerca di spiritualità, di dialogo con l’Oltre, il Mistero e la Fede, invitando il visitatore ad un’esperienza di profonda contemplazione e confronto, a partire dai linguaggi propri dell’arte contemporanea. “Se osserviamo le opere di Andrea Saltini – scrive don Carlo Bellini, autore della prefazione in catalogo – dobbiamo riconoscere che sono intrise di spiritualità. Fin dalle sue produzioni più tipiche e famose, i ritratti, c’è chiara la volontà di esprimere non solo le caratteristiche psicologiche, ma di lasciar intuire il mistero della profondità della persona, quasi un tentativo di raggiungere la sua autenticità più vera”.
Come si legge nel testo di Cristina Muccioli, “i soggetti di Saltini sono evocazioni misericordiose (di chi si accora le miserie altrui sapendole anche proprie), convocate e accolte senza esclusioni igienico-estetiche. Ci sono i bambini, ci sono gli afflitti, ci sono anche i morti, c’è la comunità degli invisti e invisibili profondamente avvertiti dall’artista. Questo tratto distintivo della sua poetica, non da oggi, è carità senza affettazione. Le sue tele sono luogo di coagulo, di accoglienza e di fratellanza. […] Da sempre nelle sue opere si avverte l’esercizio, che in greco era ascesi, di consegnarci un varco tra invisibile e visibile, tra passato come accesso ineludibile al presente (la nostra infanzia, le nostre esperienze bambine colme di incanto, disarmate di saperi e di erudizioni scaltrite e rigoristiche) e futuro, il suo ‘ci sarà una volta’ che ribalta cronologicamente la formula magica nell’incipit delle fiabe”.
“Credo che il senso di trascendenza, forse percepibile in queste opere, venga dai nostri tentativi di tendere a un qualche mistero più grande. Penso che la serie Gratia Plena ruoti intorno alla ruota dell’uomo e al bisogno, in qualche modo, di trascendere la nostra sofferenza. In realtà non si limita a parlare di questa lotta; è, in sé, evidenza di questa lotta”, conclude Andrea Saltini.