Risanaci, Signore, Dio della vita
La diocesi di Carpi legge il Vangelo - Vangelo di domenica 4 febbraio 2024
Così possiamo chiamare il progetto che parte da questo numero. La classica pagina con il commento al Vangelo della domenica viene inserita in una dinamica più partecipata, sinodale. Saranno infatti diverse persone, discepoli e discepole di Gesù della nostra Diocesi, che proveranno ad offrire un approfondimento, nello stile della lectio divina: cosa dice il testo (lectio); cosa dice a noi oggi il testo (meditatio); con che parole rispondo a questo testo (oratio); una traccia di un/una testimone (anche un collettivo) che abbia incarnato questo testo (contemplatio); una parola importante del brano e perché (fractio). Le persone coinvolte saranno scelte in base anche ai diversi momenti che caratterizzeranno l’anno liturgico, per il servizio che rivestono nella nostra Chiesa locale. L’iniziativa vuole proseguire ed approfondire il coinvolgimento delle principali associazioni e movimenti nella lettura di Marco, il Vangelo dell’anno in corso, secondo il modulo realizzato dal Laboratorio Teologico Realino a novembre e dicembre. Sono convinto che camminare insieme con la Parola con cui il Signore guida la Sua Chiesa ci permetterà di crescere in fraternità, lo scopo della Sua Pasqua.
Il coordinatore del progetto don Antonio Dotti
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
di Massimo Melegari, Cib (Centro d’Informazione Biblica)
Lectio
Il brano di questa domenica è la continuazione di quello di domenica scorsa. Gesù esce dalla sinagoga dove ha iniziato la sua missione. Nel testo ci vengono presentate tre scene. Nella prima Gesù con Giacomo e Giovanni, entra nella casa di Simone e Andrea. Subito i discepoli gli parlano della suocera di Simone a letto malata. Questa attenzione dei discepoli provoca l’azione di Gesù che si fa prossimo, guarendola la fa “sorgere” (è il verbo della resurrezione) e da questa nuova condizione ella prontamente si dedica al “servizio” (c’è il termine diaconia, da cui diacono, colui che serve gratuitamente per amore).
Nella seconda scena ci troviamo davanti alla porta della casa di Simone al termine della giornata del sabato, le folle aspettano la fine del riposo sabbatico per portare a Gesù gli ammalati perché vengano risanati. L’ultima scena avviene al mattino presto, e ci mostra Gesù che si ritira in preghiera da solo in un luogo deserto. I suoi discepoli lo cercano perché tutta la città di Cafarnao vuole stringersi attorno a questo rabbi che ha “un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!” (cf. Mc 1,27). Gesù invita i discepoli ad andare via da lì, per lui c’è un altrove a cui non deve e non vuole sottrarsi. Altri aspettano il suo insegnamento nuovo, altri che sono prigionieri del male attendono di essere liberati.
Meditatio
A partire da queste tre scene possiamo fare alcune riflessioni. La donna malata che Gesù sana è anche simbolo di un’intera umanità che Dio “solleva” (abbiamo detto che Marco usa il verbo della resurrezione) dall’infermità con la potenza del suo Vangelo e con il dono e la responsabilità di “evangelizzare”, cioè di diffondere e “servire” il dono ricevuto: ecco la vita nuova! Gli abitanti di Cafarnao cercano Gesù perché hanno avvertito la novità di Gesù, che non vuol dire necessariamente parole nuove, ma una novità qualitativa, la novità di Dio, che rigenera, rinnova, ma che indica anche “rottura”, discontinuità con ciò che precede (convertitevi, cambiate mente: cf. Mc 1, 15). Tutti abbiamo bisogno di conversione, è per questo che l’evangelista Marco dice “tutta la città era riunita….” perché anche se non tutti abbiamo malattie fisiche certamente tutti abbiamo ferite spirituali, peccati, inimicizie, gelosie. Tutto questo lo semina il diavolo che è più forte di noi e Gesù è l’unico capace di liberarci (cf. Mc 1,21-28: la pericope precedente la nostra).
Infine al mattino, un mattino ancora molto dentro la notte, Gesù si alza (c’è ancora un verbo che indica la resurrezione) e va verso un luogo solitario, e il motivo della fuga mattutina è la preghiera, lo stare un po’ con il Padre, per noi lo stare in ascolto di quell’insegnamento nuovo che rinnova, guarisce e ci rende pronti al servizio.
Oratio
Se è l’intervento di Gesù che ci fa “risorgere”, solo l’ascolto della Parola e la preghiera ci rendono discepoli per incamminarci dietro a lui sulla strada del “servizio”. Con la preghiera, il discepolo può trovarsi là dove è anche il suo Signore. E stando con lui (cf. Mc 3,14) può anche vedere dispiegarsi in sé, per fede, la potenza della parola e dell’azione di Gesù stesso. E può proseguire la sua sequela fino alla fine.
Contemplatio
Con il vangelo di oggi ringraziamo il Signore e facciamo memoria di tutte quelle persone che nel nostro cammino, nelle pieghe della nostra vita tribolata si sono chinate su di noi e ci hanno preso per mano donandoci la parola potente del Signore e con la loro testimonianza ci hanno aperto l’orizzonte della fede. Per tutti coloro che ancora oggi si piegano sulle nostre povertà e lontananze, e ci offrono la potenza sanante della loro testimonianza evangelica. E’ questa la comunità dei discepoli e delle discepole di Gesù.
Fractio
Possiamo dire che l’intento del testo è quello di affermare due dimensioni essenziali della missione evangelica, che Gesù è venuto a rivelare e a donare: la piena immersione di Dio nella condizione e nella vicenda dell’uomo (egli si avvicinò: cf. Mc 1,31); e l’annuncio della Parola evangelica che salva e rinnova (la febbre la lasciò ed ella li serviva: cf. sempre Mc 1,31!).
L’opera d’arte
Guarigione della suocera di Pietro, dall’Evangeliario della badessa Hitda (circa 1020-1030), Darmstadt, Hessische Landesbibliothek. L’arte fiorita tra il secolo X e la prima metà dell’XI in area germanica raggiunse i suoi vertici nella produzione degli avori, nell’oreficeria e nella miniatura. In quest’ultimo ambito furono realizzati codici che sono veri e propri capolavori. Fra questi, l’Evangeliario della badessa Hitda di Meschede, da lei commissionato ad un anonimo artista del prestigioso scriptorium di Colonia e donato al monastero di Santa Valpurga a Gerresheim in Westfalia, facendosi lei stessa raffigurare, nella pagina dedicatoria, mentre offre il volume alla Santa. Nell’insieme delle quasi trenta pagine miniate che illustrano una sorta di antologia del Nuovo Testamento è contenuta anche la scena della guarigione della suocera di Pietro, narrata nel Vangelo di questa domenica. Lo stile si caratterizza per il vivo colorismo, l’illusionismo di derivazione tardoantica e bizantina, e la gestualità marcata delle figure. Come vediamo nell’episodio qui a fianco, dove al centro è posto il gesto di Gesù che prende per mano la suocera di Pietro e la guarisce.
V.P.