Uciim Emilia-Romagna, messaggio a studenti e docenti
Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni che Norberto Mazzoli, presidente regionale Uciim Emilia-Romagna, rivolge agli studenti e agli insegnanti nella prosecuzione dell’anno scolastico con l’avvio del nuovo anno 2024
Foto ANSA/ Sir
Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni che Norberto Mazzoli, presidente regionale Uciim Emilia-Romagna, desidera rivolgere agli studenti e agli insegnanti nella prosecuzione dell’anno scolastico con l’avvio del nuovo anno solare 2024.
Uno scrigno colmo di premure e di speranza per studenti e docenti
di Norberto Mazzoli*
Nella vita di oggi le difficoltà di ogni genere sono sempre in agguato, ma bisogna tranquillizzare il nostro animo dicendoci: “Puoi riuscire facendo emergere l’autostima, l’autonomia, la creatività e rafforzando la fiducia nei propri talenti sviluppati attraverso la cultura” fornita dalla scuola. Allora tutti devono frequentare la scuola perché essa è un luogo didattico, è un luogo dove si socializza e si impara a rispettare il prossimo. La scuola educa gli alunni, ossia aiuta a crescere ed a camminare con le proprie gambe, sempre che anche la famiglia evidenzi fiducia in tale istituzione, per cui solo così gli esempi etici promuovono lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche e morali. Allora si tratta di imparare, che non è altro che un modo per creare spazio nelle menti alle idee, alle relazioni fra pari e fra ragazzi ed adulti a cui riferirsi, alle interpretazioni, alle progettazioni di attività nel rispetto dei tempi e dei modi di agire. E’ altresì importante creare nella scuola un ambiente collaborativo dove ci si aiuta vicendevolmente, si crea e si imparano insieme l’ordine e la responsabilità e si sviluppa la forza della propria espansione. Ecco che in questo modo l’apprendimento ha una forte motivazione a realizzare il proprio esistere di persona-uomo.
Pertanto, l’insegnante è come una fiamma il cui calore aiuta a “far bene scuola, a vivificare gli apprendimenti degli alunni, che vengono invitati a svilupparsi con delicatezza, con sapienza e con spontaneità, esplicando così una libera scelta del fare, del dire e del manifestare le diverse competenze. Quindi i docenti permettono ad ogni studente di attualizzare le sue potenzialità e di raggiungere il suo massimo possibile e di contribuire in modo personale, attivo e collettivo alla crescita di una comunità. Mai come oggi le emergenze educative e formative impongono di progettare e concretizzare percorsi didattici tali da coniugare l’educazione permanente e continuamente rinnovabile dell’“imparare ad apprendere”. Ciò deve portare i ragazzi alla consapevolezza piena di diventare cittadini eticamente orientati, solidali e propositivi in modo rispondente ai loro bisogni ed alle loro peculiarità.
Il compito è estremamente difficile ed arduo, ma proprio per questo sono estremamente affascinanti ed entusiasmanti la volontà e gli esempi di vita attiva spirituale di San Giuseppe da Copertino (1603-1663) protettore degli studenti. Egli è venerato come tale proprio perché non brillava né nei lavori manuali, né negli studi, ma il forte e costante impegno sui libri gli permisero di raggiungere risultati apprezzabili unitamente all’estrema devozione alla Madonna che era solito chiamare “la Mamma mia”. Infatti durante la sua vita ebbe numerosi incontri con persone molto colte, con le quali discuteva e rispondeva evidenziando competenze teologiche semplici, ma profonde ed efficaci. Si racconta altresì che Giuseppe si elevasse improvvisamente da terra ogni volta in cui sentiva pronunciare i nomi di Gesù e di Maria. La sua prima “levitazione” avvenne nel 1630, quando, rientrato in chiesa terminata la processione di San Francesco, si sollevò da terra fino a raggiungere l’altezza del pulpito. La sua vita non fu certamente facile, perché ricevette rifiuti ed umiliazioni, ma la sua forza di volontà e la sua profonda fede lo portarono ad essere proclamato Santo il 16 luglio 1767. Quindi la buona volontà aiuta a raggiungere mete impensate ed impensabili, per cui vale sempre il vecchio proverbio: “Aiutati che il cielo ti aiuta”.
Siccome la scuola e la cultura sono sempre state valorizzate, non possiamo trascurare San Tommaso d’Aquino nato a Roccasecca nel 1225, morto a Fossanova nel 1274 (mentre era in viaggio tra Napoli e Roma). Fu nominato patrono dei licei e delle università da Papa Leone XIII nel 1880 proprio per aver sempre avuto cura degli studenti e degli insegnanti. Nonostante diversi secoli ci separino da San Tommaso, credo di poter affermare che le sue idee sono ancora attuali. Infatti molte sue offrono spunti e orientamenti per itinerari formativi integrali soprattutto dal punto di vista della radicalità dell’impegno e delle mete che uno si prefigge di raggiungere, facendo spazio anche alla diversità delle persone, alle varie circostanze, alle situazioni sempre mutevoli e quasi mai inquadrabili a priori nella vita.
Si tratta di un itinerario anche oggi molto significativo, perché ci aiuta a tracciare un cammino ed una formazione integrale della persona, promuovendo uno sviluppo dell’intelligenza reale-naturale, senza lasciarci sedurre troppo dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, che non è un algoritmo, come qualcuno crede. Occorre un quadro di regole per gestire nella maniera più efficace le informazioni, che spesso possono essere errate e non attendibili. Bisogna far capire ai ragazzi che nessun algoritmo può sostituire ad esempio l’intelligenza operativa di un artigiano. Pertanto potremo dire che Tommaso ci aiuta a seguire il cammino di “un’autentica estetica dell’esistenza cristiana”, come dice Michel Foucault, ossia una “vita bella, buona, beata”.
Visto che i docenti oggi a volte hanno “tutte le colpe e nessun merito”, bisogna ricordare che essi hanno almeno un patrono e cioè San Giovanni Battista De La Salle, nato a Reims nel 1651 e morto a Rouen nel 1719. Fu canonizzato nel 1900 da Papa Leone XIII e proclamato protettore degli insegnanti nel 1950 da Pio XII. Non è esagerato dire che La Salle cambiò radicalmente il modo di insegnare valorizzando al massimo l’insegnamento nella lingua madre ed istituendo corsi di formazione e di aggiornamento per i docenti. Va pure ricordato che aveva inventato la prima scuola magistrale, così il mondo dell’educazione.
Il nostro protettore ci ha lasciato molti testi di pedagogia, dalle cui idee fu poi tratto un prontuario di virtù preziose per chi lavora nella scuola e nel campo educativo. Esse sono:
LA GRAVITA’ intesa come modo giusto di porsi nei confronti dei ragazzi.
IL SILENZIO che significa proporre concetti incisivi ed efficaci. L’UMILTA’ messa in rilievo dai metodi didattici usati nelle varie situazioni.
LA PRUDENZA nell’offrire un insegnamento impeccabile.
LA SAGGEZZA come guida nell’approfondire le tematiche da insegnare.
LA PAZIENZA che mette l’insegnante in condizioni di non avvilirsi o infastidirsi se dovrà ripetere più volte lo stesso argomento, perché non tutti gli alunni apprendono negli stessi tempi.
LA RISERVATEZZA che pone un limite alla confidenzialità, onde valorizzare il rispetto e la stima.
LO ZELO che prevede inventiva nel proporre di volta in volta le tematiche oggetto di apprendimento, di crescita e di formazione personale.
LA VIGILANZA che indica controllo della classe senza infondere ansia, diffidenza, sospetti e paura di essere puniti senza motivi.
LA PIETA’ CRISTIANA che insegna a compiere azioni con devozione.
LA GENEROSITA’ dell’insegnante accompagna quotidianamente gli alunni a raccogliere frutti abbondanti, se essi operano serenamente e con interesse.
Quindi se la scuola in generale, i docenti e gli studenti operano con impegno e serenità, sicuramente emergono: “Un balsamo di speranza, un profumo di gioia ed uno scrigno ricolmo di cultura, di amicizia profonda, di collaborazione, di crescita e di amore per se stessi e per il prossimo”.
Auguri di buon anno scolastico 2024.
*Presidente regionale Uciim Emilia-Romagna