Fammi conoscere, Signore, le tue vie
La diocesi di Carpi legge il Vangelo - Vangelo di domenica 21 gennaio 2024
Così possiamo chiamare il progetto che parte da questo numero. La classica pagina con il commento al Vangelo della domenica viene inserita in una dinamica più partecipata, sinodale. Saranno infatti diverse persone, discepoli e discepole di Gesù della nostra Diocesi, che proveranno ad offrire un approfondimento, nello stile della lectio divina: cosa dice il testo (lectio); cosa dice a noi oggi il testo (meditatio); con che parole rispondo a questo testo (oratio); una traccia di un/una testimone (anche un collettivo) che abbia incarnato questo testo (contemplatio); una parola importante del brano e perché (fractio). Le persone coinvolte saranno scelte in base anche ai diversi momenti che caratterizzeranno l’anno liturgico, per il servizio che rivestono nella nostra Chiesa locale. L’iniziativa vuole proseguire ed approfondire il coinvolgimento delle principali associazioni e movimenti nella lettura di Marco, il Vangelo dell’anno in corso, secondo il modulo realizzato dal Laboratorio Teologico Realino a novembre e dicembre. Sono convinto che camminare insieme con la Parola con cui il Signore guida la Sua Chiesa ci permetterà di crescere in fraternità, lo scopo della Sua Pasqua.
Il coordinatore del progetto don Antonio Dotti
Dal Vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Di Brunetta Salvarani, *Responsabile dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso
Lectio
“Dopo che Giovanni fu arrestato…”, il Precursore esce di scena, lui, ovvero Gesù, “deve crescere, io invece diminuire” (Gv 3,30). Dunque, Gesù lascia la casa, la famiglia, tutto, ed inizia la sua predicazione che ai grandi discorsi persuasivi preferisce un annuncio breve: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino”. Queste parole non sono una minaccia, ma l’annuncio di una buona novella: non è più necessario scrutare in avanti o volgersi indietro, ma bisogna guardare all’oggi; Dio è qui ed ora, la vita eterna è presente nella storia e non si può rimandare la decisione. “Convertitevi e credete nel Vangelo”. Questi non sono due momenti successivi: cambiare mentalità e fede “nel” Vangelo cioè tuffarsi, entrarci servono prima di ogni dottrina o contenuto. Gesù vuole preparare i cuori e solo chi è disponibile a cambiare e ad avere fede non in se stesso, ma in Lui potrà accogliere il Vangelo. “Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea…”. Gesù cammina, percorre le strade, va alla ricerca dell’uomo e arriva al mare (immagine dell’insidia, della schiavitù, della morte) quando vede due fratelli pescatori. “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. L’iniziativa è di Gesù, i due vengono chiamati mentre lavorano, in una giornata qualunque di sudore, nella fatica quotidiana di gettare le reti; non si trovano in un luogo santo, né presso un altare o in un edificio di culto. Tra di loro non c’è dialogo, non una risposta, nessun ragionamento se non un fatto, una azione: l’immediato abbandono delle reti (cfr. “subito”). “Vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello…”. Gesù chiama per nome, conosce le relazioni famigliari ma vuole che quella fraternità carnale si faccia più ampia, universale ed indica la strada, anzi, si manifesta come “via” perché sa che se qualcuno indirizza si riescono a compiere cose che sembravano impossibili.
Meditatio
Anche noi siamo chiamati personalmente da Gesù ad accogliere la buona notizia del Regno: è Gesù che ci sceglie, ci interpella, ci invita ad entrare in comunione con lui; ci cerca nelle nostre case, durante le ore di lavoro, nelle mansioni quotidiane… non dobbiamo attendere un momento particolare, solenne… il luogo, secondo noi, più adatto… come/ quando vorremmo noi. Capita di non vedere chiaro: a cosa siamo chiamati, perché noi… anche questi dubbi dimostrano, però, un’intenzione chiara, quella di non voler rimanere fermi o, peggio, il rimpianto: vogliamo muoverci, andare, camminare dietro a Gesù. Apriamo, allora, gli occhi sulla nostra realtà: è lí dove viviamo che possiamo incontrare Gesù ed imparare a discernere la sua volontà.
Oratio
I discepoli si sono fidati e si sono lasciati guidare, così anche la nostra vita può diventare una risposta al Signore che ci previene con il suo amore ed ogni attività acquista un nuovo senso, si trasforma. Gesù ci conosce, ci chiama per nome; la fede non è un salto nel buio, è una chiamata personale, un invito ad andare dietro di lui, a seguirlo.
Contemplatio
E questa chiamata è aperta alla fraternità. Siamo nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio) e i primi ad essere chiamati, nella loro quotidianità, sono Simone, che diverrà il capo degli apostoli, vescovo di Roma, ed Andrea, suo fratello, apostolo dell’Asia Minore, fondatore della Chiesa di Costantinopoli, camminano dietro a Gesù, mettono i loro passi dietro a quelli del Maestro, si fidano, lo seguono e diventeranno annunciatori del Regno di Dio, della Parola che conforta e dà la vita. E quanti ancora, nel tempo, hanno seguito Gesù per realizzare la preghiera “Che siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv.17,20-21): Giovanni XXIII che parlò per la prima volta di “fratelli separati” invitando ad usare la “medicina della misericordia e non l’arma della severità” (cfr. “Gaudet mater Ecclesia”). Paolo VI ed il patriarca ecumenico ortodosso Atenagora che nello storico abbraccio del 1965 cancellarono la reciproca secolare scomunica (1054). Fino a Papa Francesco che sempre invoca come modello una “Chiesa in uscita”, e trovandosi con i rappresentanti di altre religioni prega perché tutti si possa vivere “in cammino, ciascuno con la propria identità religiosa per coltivare la pace in nome di Dio, riconoscendoci fratelli” (Incontro di preghiera per la pace, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, 2021).
Fractio
Ecco, in questo modo pratico, attraverso il dialogo ecumenico, noi possiamo imparare reciprocamente dai fratelli e dalle sorelle chiamati come noi da Cristo, cosa significhi mettersi alla Sua “sequela”.
L’opera d’arte
Lodovico Cardi detto il Cigoli, Vocazione di Pietro e Andrea (1607), Firenze, Palazzo Pitti. Il Cigoli – dal nome della località pisana di cui era originario – lavorò a Firenze e a Roma tra il ‘500 e il ‘600 come artista eclettico, in grado di spaziare fra diverse forme espressive. Fra i suoi modelli di riferimento il Barocci e il Correggio. Seppe fondere elementi classici della pittura tardo rinascimentale con novità stilistiche quali la teatralità e un uso del colore caldo e naturale.
Aspetti presenti anche nell’opera qui a fianco, commissionata dal nobiluomo Niccolò Carducci per la propria cappella nella Cattedrale di Livorno. Vediamo Gesù, sulla riva del lago di Tiberiade, mentre chiama a seguirlo i due pescatori Simon Pietro – inginocchiato in primo piano – e Andrea – a sinistra mentre sporge dalla barca. L’episodio è rappresentato con una elegante solennità: la disposizione delle figure consente all’osservatore di identificare con chiarezza il momento e di cogliere l’intensità dello sguardo tra i due protagonisti principali, che evidenzia sia la richiesta “sconvolgente” di Gesù, sia la risposta immediata di Pietro nell’accettare di divenire “pescatore di uomini”.
V.P.