Qui fiorisce l’unicità
È tempo di iscrizioni: la Fism, con le scuole aderenti, sempre attiva nel promuovere la formazione integrale dei più piccoli
di Elisa Santini, Coordinatrice pedagogica Fism Modena
La scuola è una comunità di persone chiamata a prendersi cura di ciascun bambino e ragazzo per far fronte alla sua unicità. Pensare alla scuola come comunità significa accogliere il senso più profondo dell’educare che presuppone un contesto relazionale affettivamente positivo e che prende a cuore il benessere di ogni persona che varca la sua soglia. Le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana sono luoghi finalizzati all’educazione armonica e integrale di ogni bambino, come sottolineato nelle Indicazioni Nazionali, ma basano anche il loro Progetto Educativo partendo da una concezione cristiana della realtà per cui “per tutti i membri della comunità scolastica i principi evangelici diventano in essa norme educative, motivazioni interiori e insieme mete finali” come sottolineato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica.
Proprio perché l’educazione così intesa non mira a formare solo dei cittadini adeguati a stare nella società ma a formare integralmente uomini e donne in quanto tali, la Cei ha posto l’accento sulla cura e la tutela dei minori che, in quanto persone in crescita e quindi “strutturalmente fragili”, hanno bisogno di una comunità educante che li protegga con responsabilità. Il Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica ha così emanato delle linee guida, “Tutela dei Minori nelle scuole cattoliche”, che possano aiutare la comunità educante a tutelare i minori all’interno del sistema scolastico e porre gli adulti ad una autoriflessione continua per rafforzare e migliorare le prassi educative partendo dal presupposto che il “bambino viene prima di tutto” ed ha diritto di abitare un luogo psicologicamente sicuro, relazionalmente sano, fortemente educativo, cristianamente fraterno.
Queste le azioni educative, non obbligatoriamente sequenziali ma interconnesse e complementari, che vengono considerate indispensabili. Osservare permette di dare voce a ogni minore solo se si utilizza uno sguardo educativo ampio, aperto e disponibile, rispettoso, non invasivo e non giudicante che comunichi disponibilità all’ascolto. Ascoltare richiede tempo e posture in quanto restituisce la consapevolezza del valore di ogni persona e della sua unicità. “Un bambino ascoltato oggi è un bambino che ascolterà domani” (prof.ssa M. Amadini). Importante, quindi, prestare attenzione alla comunicazione verbale e non verbale che si attua davanti ai bambini mantenendo un livello di comportamento privo di ambiguità consapevoli del ruolo educativo. Accogliere vuol dire parlare la lingua del cuore per essere custodi di quello che si riceve. Dentro una relazione educativa si mette in atto una cura educativa che permette a ogni bambino di sentirsi riconosciuto, sostenuto e valorizzato nella propria individualità. Tessere reti per rilanciare significa interrogarsi continuamente sul proprio compito e sulle modalità attraverso le quali si concretizza ricordandosi che non si agisce mai da soli ma si è inseriti in una trama di relazioni che aiutano a intrecciare diversi punti di vista, diverse competenze, specifiche responsabilità per co-costruire interventi nella consapevolezza che ogni singolo intervento di tutela del minore è sempre unicum.
Appartenere a una scuola di ispirazione cattolica, quindi, non significa solo porre l’accento sul curricolo e la didattica ma dare valore e importanza alla creazione di legami che abbracciano, accolgono, curano e tutelano e che mettono il bambino al centro contribuendo alla sua formazione come persona aiutandolo a trovare il proprio orizzonte di senso, il proprio io, il proprio progetto di vita.