Intervento del vescovo Castellucci su Famiglia Cristiana
Intervento del vescovo Erio Castellucci pubblicato su Famiglia Cristiana. “Notizia-bomba: la chiesa sostiene chi effettua i salvataggi in mare. Anziché dare risalto a sterili polemiche, si dovrebbe fare di più per aiutare i dimenticati”
di Erio Castellucci
Arcivescovo di Modena-Nonantola e Vescovo di Carpi
Mons. Erio Castellucci
Alcuni giornali hanno lanciato dossier che partono da un’indagine della magistratura, ancora in fase preliminare, sulla Ong Mediterranea. Rovistando tra mail e telefonate estranee all’inchiesta, ottenute illegalmente, i giornalisti si sono accorti che la Chiesa aiuta i migranti anche sostenendo salvataggi in mare. Nel periodo monitorato, come altri vescovi, ho disposto donazioni a Mediterranea, “scoperte” (sic!) dalla stampa; allora ho spiegato in una Nota come funziona la “Carità del vescovo”: spiegazione definita “ammissione” o “difesa”, come se queste offerte fossero materia dell’indagine. Di qui lo scatenarsi di critiche e attacchi. Ringrazio le tante persone che hanno espresso solidarietà, rinnovo la stima verso gli altri amici ingiustamente accusati, esprimo fiducia nella magistratura. E comunico una notizia-bomba: nell’attività caritativa della Chiesa c’è materia per molti altri dossier.
Chiunque sia coinvolto nell’esperienza cristiana è persona informata dei fatti e sa che la Chiesa, con i beni a disposizione, aiuta le persone fragili, compresi migranti e rifugiati. Se intercettassero queste iniziative, i giornalisti scoprirebbero che molti, nelle parrocchie, nelle Caritas e nel volontariato, si fanno prossimi a chi necessita di sostegno materiale, morale e spirituale. Non ho ritegno a “confessare” che l’8xmille sostiene queste attività assistenziali: e che molte appaiano clandestine. Dipende dal Fondatore, che ha chiesto di dare aiuto al prossimo in modo che la sinistra non sappia ciò che fa la destra (cf. Matteo 6,3). Mesi fa sono stato in Madagascar con alcuni giovani dei centri missionari di Modena e Carpi. Sarei contento, ancor più in questi giorni in cui celebriamo la venuta di Dio che si fa uomo e sceglie la povertà, se i media scoprissero il villaggio di Ampasimanjeva, dove si sta realizzando un progetto finanziato dalla Cei con l’8xmille per il completamento di un Ospedale per i poveri e dove sorge una Casa della Carità in cui le suore, insieme a volontari modenesi, vivono 24 ore su 24 con persone disabili. Come in migliaia di altri luoghi dimenticati del mondo, lì c’è la Chiesa che accoglie gli scartati.
E neppure quando, in agosto, ho partecipato alla Gmg di Lisbona, intrufolato tra il milione e mezzo di giovani insieme al Papa, mi sono pentito di avere destinato contributi della “Carità del vescovo” per favorire la partecipazione dei ragazzi con minori risorse. Anche nel carcere di Modena i giornalisti, senza faticose intercettazioni, potrebbero scoprire due laboratori, sostenuti – lo confesso – dalla “Carità del vescovo”, dove i detenuti possono lavorare, percepire uno stipendio ed entrare in contatto con le aziende, in vista di un loro impiego quando usciranno dalla prigione. Sarebbero dossier finalmente veritieri, non offenderebbero nessuno e spargerebbero semi di speranza in un mondo afflitto da falsità, odio e zizzania.
FONTE: FAMIGLIA CRISTIANA