Alessandra Mioni: “Donare i miei capelli”
"Il fatto di poter donare, mi fa sentire bene, ne è valsa la pena aspettare tre anni"
Magda Gilioli
Ci sono voluti tre anni di attesa per riuscire a donare tre trecce di capelli lunghi 25 centimetri con cui realizzare delle parrucche per donne con patologie oncologiche. Questo è il paziente percorso intrapreso da Alessandra Mioni per realizzare il desiderio di trasformare i suoi capelli in una opportunità per persone che non li hanno più a causa di terapie invasive e debilitanti come quelle chemioterapiche.
Così, nei giorni scorsi, si è presentata presso Papua Parrucchieri di Carpi, il salone che si occupa di questo servizio di taglio e della successiva spedizione del materiale all’Associazione “Una stanza per un sorriso Odv” di Altamura che, con lo slogan: “C’è una bellezza che la chemio non deve far sfiorire”, si occupa della realizzazione di parrucche organiche per offrire un supporto estetico alle donne che stanno vivendo la loro battaglia contro il cancro.
<<Sono tante le donne che fanno questa scelta – afferma Silvia Ortolani di Papua Parrucchieri-, tantissime ragazze giovani che vogliono tagliare i capelli e che, anziché buttarli via, sapendo che noi sosteniamo questa associazione, vengono e donano, con una media di due-tre donne al mese. Addirittura ci sono quelle che vanno dal loro parrucchiere a farsi tagliare le trecce, poi ci chiamano per avere l’indirizzo dell’associazione e vanno personalmente a spedirle>>.
Per realizzare un buon prodotto è necessario avere capelli naturali o tinti ma non decolorati, raggiunti i 25 centimetri di lunghezza, vengono ben lavati, asciugati e poi suddivisi in trecce tagliate in cima e poi, Papua Parrucchieri, si occupa della spedizione a “Una stanza per un sorriso” di Altamura.
Dall’associazione spiegano che: <<La perdita dei capelli è una delle conseguenze più scioccanti della chemio e spesso viene vissuta dalle donne come una perdita della loro identità. Grazie alle parrucche per pazienti oncologici di altissima qualità, realizzate con capelli rigorosamente donati, riusciamo a restituire a queste guerriere la loro immagine e la forza di affrontare il mondo a testa alta, senza l’etichetta della malattia>>.
Mentre, una sorridente Alessandra Mioni afferma: <<Il fatto di poter donare, mi fa sentire bene, ne è valsa la pena aspettare tre anni>>.