“Il Vallauri paura non ne ha”: in mille alla manifestazione contro la violenza
La dirigente De Vitis: "E' una manifestazione di consapevolezza e di affermazione del nostro essere una comunità educante"
di Maria Silvia Cabri
Un migliaio tra studenti, professori, genitori, rappresentanti delle altre scuole e del mondo istituzionale, si sono riuniti stamattina davanti al Vallauri di Carpi per partecipare alla manifestazione promossa dall’istituto dopo l’aggressione subita mercoledì mattina da un alunno e da un professore, Vincenzo Giordano (che ha riportato la frattura del naso mentre cercava di difendere lo studente), da parte di una dozzina di ragazzi degli altri istituti superiori e anche del reggiano, incappucciati e armati di taglierini e anelli “tirapugni”. “Sì alla comunità educante, no alla violenza”: questo lo slogan scelto per l’iniziativa dal titolo “Difesa della comunità educante”: “Siamo tutti Vallauri’ – ha esordito la dirigente scolastica, Silvia De Vitis, nel suo intervento, riprendendo la frase scritta su un grosso striscione attaccato ai cancelli della scuola -. Pur essendo noi scuola ‘aggredita’, ci siamo trovati un po’ come sul banco degli accusati: la presenza di tante persone oggi, e la solidarietà a vicinanza che ci sono state espresse in questi giorni, da tantissime realtà, ci rinfranca: dal ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara, alla Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Veronica Tomaselli, al Presidente della Provincia, Fabio Braglia. La scuola fa tanto per migliorare la qualità, la consapevolezza nella crescita di questi ragazzi; questo brutto episodio rischiava di ‘buttarci’ in un angolo buio, ma non potevamo permettere che questo accadesse, soprattutto per i nostri ragazzi che ovviamente sono ancora molto scossi per quanto successo ma al tempo stesso hanno dimostrato molta maturità nel reagire subito, collaborando con le forze dell’ordine e mettendosi a disposizione in modo propositivo”. “Così è nata l’idea di questa manifestazione – prosegue la preside – che è per le istituzioni, per la libertà e per i diritti garantiti dalla Costituzione, come appunto il diritto allo studio. E’ una manifestazione di consapevolezza e di affermazione del nostro essere una comunità educante. Gli atti di vandalismo fanno male, il nostro professore si è fatto fisicamente male nel suo generoso e altruista gesto di difendere l’alunno. Ma non dobbiamo pensare solo al volere reprimere, dobbiamo fare comunità perché così si isola l’elemento violento, delinquenziale. E noi così vogliamo andare avanti: i ragazzi ora più che mai sanno che noi adulti non li lasciamo da soli e che ci sentiamo ‘gruppo’, comunità appunto, insieme a loro. E anche che gli vogliamo bene”. Sul palco sono saliti poi alcuni ragazzi che hanno portato la loro testimonianza esprimendo l’orgoglio di appartenere al Vallauri; poi è stata la volta dei professori che hanno sintetizzato in una frase la ragione che li ha portati a scegliere di lavorare in questa scuola: “Ho scelto di lavorare al Vallauri perché Giada, Adam, Amina, Pietro, Alice, sono diventati protagonisti della mia storia e io della loro”; “perché lo stupore negli occhi di Omar quando il circuito finalmente funziona, non ha prezzo”, “perché, come dicono a Meccanica, coltiviamo l’intelligenza delle mani e la manualità della mente”. Presenti anche vari assessori, in rappresentanza dei quattro comuni dell’Unione delle Terre d’Argine. I giovani hanno portato a loro testimonianza, esibendo con orgoglio tanti cartelli contro la violenza: “Noi non abbiamo paura”, “la violenza merita il più terribile disprezzo”, “uso le mani per una carezza”.