Ottobre 2023 nella storia per record di temperature
MeteoPix, una rubrica a cura di Pietro Contini.
Il caldo della prima decade di ottobre non è stato affatto un evento comune. Purtroppo, in questi casi, molte persone paragonano le proprie percezioni fisiche alla validità dei dati delle stazioni meteorologiche certificate (la temperatura deve essere misurata a 1,5/2 m di altezza dal piano campagna su fondo inerbito con appositi sensori) E nemmeno la presenza di un dato oggettivo serve a scuotere le anime.
Riporto di seguito le frasi più interessanti ricevute in questo arco di tempo per far comprendere nello specifico a cosa mi riferisco: “Le ottobrate ci sono sempre state, oggi fa caldo come una volta, nulla di diverso” “Ricordo di essere andato a fare una passeggiata tanti anni fa in ottobre e indossavo una maglietta a maniche corte” “Quando è nato mio figlio in ottobre fuori c’erano il sole e 30 gradi” “Ricordo di aver fatto il bagno in ottobre una volta” La risposta alla prima sentenza è veloce e immediata: le ottobrate non sono un indicatore climatico, ma solo ed esclusivamente un termine coniato nel linguaggio informale.
Le successive tre frasi meritano la stessa risposta. É possibile che un giorno di ottobre il caldo si faccia sentire, portandoci a togliere la felpa, sudare e perfino decidere di fare un bel tuffo in riviera; ma non è concepibile che il periodo di caldo duri circa due settimane consecutive e i picchi della temperatura massima raggiungano quasi i 35°C, numeri da piena estate. Ebbene questo è quello che è successo: un anticiclone di provenienza africana ha innalzato le temperature in Emilia-Romagna fino a valori di 34°C (raggiunti nel Parmense, Ferrarese e Ravennate). Questi valori sono “climatologicamente” tragici. E dobbiamo comprendere il più presto possibile che non dare il giusto peso a questi numeri preoccupanti significa non saper riconoscere il pericolo.