Monito o reperto?
Si celebra il 50° anniversario del Museo-Monumento al deportato occasione per ripensarne la valorizzazione
di Pier Giuseppe Levoni
Faceva piuttosto freddo quella mattina d’ottobre di cinquant’anni fa quando il Presidente della Repubblica Giovanni Leone venne a Carpi per inaugurare il “Monumento–Museo al Deportato Politico e Razziale nei campi di sterminio nazisti”. I nostri concittadini si erano già familiarizzati con le ciclopiche stele di cemento collocate nel giardinetto dal “pas di sbirr”, fra Palazzo Pio e Castelvecchio, recanti i nomi delle località in cui il criminale disegno di Hitler aveva fatto predisporre i lager. Ma quel giorno si aprivano alla visita pure le sale interne che avrebbero accolto nei decenni successivi migliaia di persone, soprattutto di comitive di uomini e donne in qualche modo particolarmente sensibili alle tematiche della deportazione nel secondo conflitto mondiale, e soprattutto di scolaresche in viaggi di istruzione.