Fare notizia con il bene
La giornata diocesana per Avvenire. Una pagina speciale e oltre mille copie del quotidiano distribuite nelle parrocchie
Un’onda interminabile di bandiere colorate, da tutti gli angoli del mondo: gli occhi di chi ha partecipato alle Giornate Mondiali della Gioventù di Lisbona ne sono ancora pieni. Bandiere che altrove, tragicamente, sventolano le une contro le altre, per sostenere le battaglie e le guerre di cui è pieno il mondo – circa 170 conflitti aperti – a Lisbona, gioiosamente, sventolano invece le une accanto alle altre. Giovani russi e ucraini, israeliani e palestinesi; giovani africani di etnie differenti, che nei loro paesi si combattono; giovani di continenti ricchi e poveri, del Nord e del Sud… a Lisbona, con papa Francesco, si sono riuniti in un immenso abbraccio. Un milione e mezzo di giovani ha affrontato un pellegrinaggio faticoso, ha sfidato il caldo e i disagi, per unirsi al papa in una grande festa di pace, nel nome di colui che è “la nostra pace”, Cristo.
Ormai non più giovane, anch’io, insieme ai ragazzi di Modena e Carpi, ho avuto la grazia di vedere di persona questa festa. E mi sono chiesto, cercando di seguire sui social la stampa italiana: perché questo grido di pace non ha trovato quasi nessuna eco, se non nei mezzi di comunicazione cattolici? Avvenire e Tv2000 hanno fatto da cassa di risonanza, hanno saputo fare notizia con il bene. I giornali diocesani si sono impegnati tutti nell’approfondimento dell’evento, dando risalto alla partecipazione dei gruppi locali. Ma i mezzi di comunicazione nazionale? Qualche volta un trafiletto o un timido commento nelle pagine interne, quasi mai un richiamo in prima; e nelle Tv nazionali l’attenzione all’evento è stata bassissima.
Possibile che due o tre giovani violenti, sotto l’effetto della droga e dell’alcool, rimbalzino alle cronache con titoloni e interviste di esperti o con lunghe trasmissioni pomeridiane, e che interessi così poco un abbraccio planetario di pace? C’è davvero qualcosa che non funziona nel mondo della comunicazione: è evidente che le cattive notizie vendono, ma l’onestà e la bravura di chi fa informazione si misura soprattutto sulla capacità di fare notizia con il bene. Altrimenti i mezzi di comunicazione alimentano le paure, gli egoismi, i risentimenti, i malumori. Lisbona è solo un esempio, per quanto macroscopico: quante piccole GMG accadono quotidianamente, senza che qualcuno le noti e le diffonda? Grazie ad Avvenire e grazie a Notizie perché hanno il coraggio e la competenza per fare notizia con il bene.
+ Erio Castellucci