Caregiver e ammalato: un legame fortissimo
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon.
Chi accompagna un ammalato grave sino alla fine dell’esistenza terrena, costruisce un rapporto estremamente profondo che porterà, nel momento del distacco, un forte dolore. Il caregiver che accompagna un famigliare o chi assiste per tanto tempo una persona cara, arriva ad un giorno in cui comprende che il tempo si è fatto breve: l’ennesimo ricovero, il peggioramento, il congedo. Tutto questo vissuto è certamente provocato dal legame che si instaura con l’assistito: maggiore è questo legame, più drammatico sarà il distacco nel momento della morte. Mi rifaccio ad una favola bellissima qual è il “Piccolo Principe”. Il protagonista incontra diversi personaggi e nell’incontro con la volpe capisce che ci sono delle relazioni che creano dei legami molto forti. Nel testo la volpe chiede al principe di “addomesticarla”, ovvero, di creare dei legami.
“…se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”. Da quel momento in poi non sono più due soggetti che si conoscono ma diventano strettamente legati insieme e si prendono cura l’uno dell’altra. Addomesticare significa anche che quella persona con la quale si ha un rapporto così intimo, intenso, che dura da tempo, è “unica”, il testo recita: “è il tempo che si è perduto per una persona a determinare la sua importanza”.
Detto questo, occorre chiedersi se si è preparati alla separazione da un tale rapporto. Il piccolo principe, per esempio, dopo la separazione con la rosa, non riesce a sopportare il peso così si fa mordere dal serpente per raggiungerla. La relazione che si instaura tra chi off re il suo tempo, disponibilità, affetto e amore e chi soffre diventa molto intensa. Nella lingua greca antica esisteva una forma grammaticale chiamata duale: non un io, non un noi ma noi due. Il numero duale lo possiamo interpretare come non esprimente una semplice somma matematica ma una entità duplice, due realtà legate da un’intima connessione.
Il duale è il numero del patto, dell’accordo, dell’intesa. Nonostante ci sia questo costo elevato, dal punto di vista emotivo e non solo, nell’accompagnare una persona ammalata mettiamoci sempre a disposizione per essere un “noi due”. Se riusciamo, non tanto a quantificare il tempo, ma, a esserci per qualificare meglio la nostra presenza al letto del malato, non solo la sua vita sarà migliore, ma sarà migliore anche la nostra.