L’amore ai poveri deve essere perfetto
Albertina Violi Zirondoli: testimonianza di Rosanna Orlandi, che ebbe come insegnante la Venerabile
Incontro Rosanna Orlandi, sorridente, sul luogo di lavoro, la Bormac di Carpi, che produce componenti e strumentazione per la sanità. Sono atteso: nel prendere l’appuntamento ho avvertito che il dialogo era desiderato perché avrebbe riportato Rosanna ad un periodo importante della sua vita, il tempo delle scuole medie, quando ha avuto come insegnante privata di francese la maestra Albertina Violi Zirondoli, ora venerabile, che lei definisce da subito: “Una donna dolcissima e fortissima”, cioè “profondamente determinata nelle sue scelte”. Ecco il racconto di Rosanna, sugli incontri fra una piccola alunna all’alba della vita e la sua insegnante, ricca di anni e di vangelo portato dentro tutte le sue vicende, ordinarie e straordinarie.
“Io andavo a ripetizione di francese dalla maestra Zirondoli. Amabile, sempre amabile nel dialogo, ma molto, veramente molto determinata nelle scelte di vita. Dopo la nostra lezione sul francese, seguiva un’altra importante, ben più importante lezione di amore ai poveri. Sì, la cosa che ricordo di più e continua ad arricchirmi era come curava l’abbigliamento che aveva raccolto e che era destinato ai poveri di Carpi. Mi ha insegnato, usando le matite e filo di lana, a comporre dei fiorellini che poi cucivamo su questi abiti per abbellirli, magari per coprire qualche rammendo un poco evidente ed arrivare a farne un dono non solo presentabile, ma elegante, perfetto. Quando riponeva quel capo riportato a bellezza ripeteva con solennità: “L’amore ai poveri deve essere perfetto”. La sua dolcezza infinita, il dare qualcosa con gentilezza, in questo Albertina è stata la mia maestra di vita Racconto a Rosanna qualche fase sul processo di beatificazione, il desiderio che la salma ritorni in Cattedrale, la nuova biografia che sta per uscire, il nostro pellegrinaggio del 1° ottobre a Loppiano.
Anch’io sono stata una volta a pregare davanti alla sua tomba e credo che tornerò. Ma non posso dimenticare gli innumerevoli viaggi da Carpi a Loppiano quando mio papà, richiesto da Albertina ed insieme a don Pietro Allegretti, metteva a disposizione la sua cinquecento per portare lei, altre persone (in tutto sempre in cinque) e tanta provvidenza alla cittadella nei suoi primi anni di vita. Bastava una chiamata e mio papà era subito disponibile. A Loppiano ricordano tutti l’arrivo della bianchina, la sorpresa di vedere tante persone uscire dall’abitacolo; poi tutto il bagaglio di cose che Albertina raccoglieva in città e portava in aiuto ai tanti giovani che popolavano questo piccolo centro di spiritualità.
Presento a Rosanna il cartoncino con una breve biografia di Albertina, la sua foto e la preghiera di intercessione. Lei si sofferma su quel viso, sembra accarezzarlo con gli occhi e riprende i ricordi. Mi ricordo proprio così questo viso, questo sorriso; mi ricordo questa dolcezza incredibile. Impossibile dimenticare come guardava le persone, le avvolgeva con lo sguardo. Eppure era una donna decisa, sapeva esattamente quello che voleva… ma che voleva con una dolcezza infinita. Grande fermezza, grande dolcezza. Sarei contenta che venisse riconosciuta la sua santità. Persone come queste insegnano a vivere, a vivere bene.
d. C. M.