Un vaccino… che non cura
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
È in fase di sperimentazione clinica il primo vaccino contraccettivo, sviluppato dall’immunologo indiano Pran Talwar, che agisce annullando la gonadotropina corionica umana. In questa nostra epoca, dove siamo abituati a vaccini e a vaccinazioni, a proclami e battaglie a favore e contro, non ci fa più nessun effetto parlare di una vaccinazione in più o in meno, ma, questa è veramente diversa da tutte le altre. In questo caso siamo di fronte ad un cambiamento epocale del concetto di vaccino, che non è più una forma di prevenzione nei confronti di una malattia ma un impedimento a che un normale processo fisiologico, la gravidanza, avvenga. Altro fatto enormemente importante è che questa glicoproteina viene sintetizzata quando avviene l’annidamento in utero, ovvero, circa una settimana dopo il concepimento, quindi, nel momento in cui entra in scena il vaccino, il piccolo d’uomo che si sta sviluppando, è già impiantato nella madre. In questo caso il meccanismo blocca la gravidanza, impedisce lo sviluppo del bambino e, per il suo sperimentatore, raggiunge lo scopo di liberare le donne dal problema dell’uso di un contraccettivo efficace, promuovendo una libera sessualità (come che adesso non si riesca a viverla).
Aggiungendo un altro tassello importante, occorre ricordare che il blocco della gravidanza sarebbe irreversibile e solo con molta difficoltà potrebbe diventare reversibile, quindi, se usi questo tipo di farmaco, ti giochi quasi sicuramente la possibilità nel futuro di avere figli. Il dr. Brian Hooker critica il vaccino, commentando: “ È molto difficile spegnere una risposta immunitaria completa di cellule B della memoria dopo che è stata attivata. Il mio timore è che questo tipo di vaccino possa lasciare molte persone sterili in modo permanente” … Essenzialmente, spingendo l’organismo ad attaccare le proteine umane, si mettono anche i tessuti umani, tra cui soprattutto gli organi riproduttivi vitali, sulla linea di fuoco di molti processi infiammatori associati alla risposta immunitaria”. Problemi biologici a parte, è disumana l’idea di fabbricare qualcosa che attacchi ciò che è di più intrinsecamente bello dell’avventura umana: che la vita continui. Per liberalizzare al massimo i piaceri dell’uomo e togliere ogni sorta di sano confine, si usa il sapere scientifico per confezionare non solo ciò che va contro l’uomo ma contro l’idea che l’uomo debba sopravvivere a sé stesso. Mi vengono in mente le sagge e poetiche parole del Salmo 125: Ecco, dono del Signore sono i figli, e sua grazia il frutto del grembo. Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza.