Presentato il piano per il riordino dell’Emergenza-urgenza
"L’obiettivo generale è dare ai cittadini una risposta più appropriata e di prossimità"
Si è tenuta questa mattina, mercoledì 13 settembre, la seduta della Conferenza territoriale sociale e sanitaria della Provincia di Modena finalizzata alla presentazione, da parte delle Aziende sanitarie modenesi, del piano per il riordino dell’Emergenza-urgenza, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini.
In apertura il presidente Muzzarelli, ringraziando tutti i professionisti per il lavoro svolto, ha sottolineato come “abbiamo da mesi affrontato la fase di approfondimento delle direttive regionali di emergenza-urgenza e abbiamo già individuato alcuni degli elementi fondamentali condividendo il percorso e le scelte di avvicinamento. La riforma della Continuità assistenziale col nuovo numero unico provinciale 800 032 032 ha già registrato risultati importanti”. Muzzarelli ha inoltre sottolineato alcuni temi importanti come la conferma dell’elicottero all’aeroporto di Pavullo, e di tutto l’elisoccorso regionale che è snodo fondamentale della rete di emergenza, nonché il passaggio delicato dei Pronto soccorsi: “Quello che abbiamo già assunto all’interno della CTSS è il fatto che la rete dei PS della provincia di Modena è confermata. È fondamentale assicurare il superamento delle cooperative di medici in pronto soccorso. Aggiungo che nei giorni scorsi diversi sindaci del territorio hanno scritto o chiesto incontri, abbiano fatto approfondimenti per garantire le coperture su tutto il territorio al fine di assicurare i percorsi che consentano a un territorio di avere una risposta h24. Mi sembra che il percorso di avvicinamento sia stato impegnativo, serio e responsabile, compresa la strategia per la realizzazione dei CAU sui vari territori”.
La Direttrice Ausl Anna Maria Petrini ha sottolineato come l’obiettivo generale sia dare ai cittadini una risposta più appropriata e di prossimità. “I professionisti stanno lavorando nella programmazione dei CAU, inoltre è stata effettuata una valutazione su tutti i mezzi della rete di emergenza. Il nostro sistema è complesso e ha sempre bisogno di manutenzione, l’obiettivo è mantenere le attività nei nostri PS che devono essere sostenuti. Partiamo da una carenza di medici che viviamo da tempo e ci ha costretto a fare ricorso alle cooperative, il nostro obiettivo è consolidare l’organizzazione e limitarne il ricorso e infatti non abbiamo mai sospeso il reclutamento di personale (5 i medici acquisiti, che potranno compensare le uscite e anche iniziare a ridurre l’uso delle cooperative); ampliato la rete dei medici in formazione specialistica anche sui PS periferici grazie all’Università che ci supporta; stiamo lavorando coi Medici di medicina generale per rafforzare la presa in carico della cronicità e con la rete 118 la valutazione e promozione dell’appropriatezza nell’utilizzo dei mezzi. Grazie alla rete che garantisce una copertura provinciale possiamo reinvestire delle ore di personale medico e infermieristico per consolidare la rete dei PS, che dobbiamo assolutamente supportare”.
La DS Ausl Romana Bacchi ha richiamato le valutazioni qualitative e quantitative alla base della riforma, a partire dai dati di accesso: “i nostri cittadini continuano a rivolgersi al pronto soccorso in maniera superiore a quanto avviene in altre realtà”. La riorganizzazione è dunque finalizzata a dare una separazione, ben distinta sul territorio, dei percorsi di emergenza da quelli di urgenza. Tra gli obiettivi primari vi è il mantenimento della Rete dei 7 PS provinciali in un’ottica di maggiore appropriatezza di utilizzo e di superamento del supporto delle cooperative di medici.
“Il primo passo è stato la progettazione e il riordino dell’attività di Continuità Assistenziale territoriale, per una risposta immediata e di prossimità ai bisogni urgenti dei cittadini di tutto il modenese”. Attivo dal 3 luglio, il numero unico provinciale di Guardia Medica 800 032 032 ha fatto riscontrare risultati positivi, confermati anche dai Sindaci: oltre 20mila i contatti da parte di cittadini nei primi due mesi, contatti che per il 60-65% si sono risolti tramite un consulto telefonico, per il 25-30% con una visita ambulatoriale, per il 5-10% con visite domiciliari, la parte restante, tra l’1 e il 5%, con l’attivazi0ne del 118.
Il secondo filone è “l’istituzione dei CAU a partire dall’evoluzione degli attuali PPI (Castelfranco Emilia, Finale Emilia, Fanano), mentre a seguire si lavorerà per gli altri CAU: il primo di Modena presso il Policlinico e un altro a Carpi, successivamente nei distretti di Vignola e Sassuolo e un secondo CAU a Modena. Tutto ciò si integrerà con la rete dei servizi territoriali e dei PS già esistente sulla provincia”.
Il primo sarà il CAU di Castelfranco Emilia – sul cui territorio circa 8000 cittadini nel 2022 hanno avuto accesso ai PS per casi di bassa gravità – che consentirà una presa in carico effettiva del paziente con la sua patologia, grazie a un rafforzamento su più fronti: la graduale estensione oraria di apertura (fino alle 24 ore 7/7, in integrazione con la Guardia medica e l’équipe domiciliare); la dotazione di attrezzature e servizi di telemedicina; il reclutamento e la formazione del personale. Si sta dunque lavorando alla costruzione di percorsi ben strutturati in entrata e in uscita dal CAU (integrazione con Centrale Operativa Territoriale e con i servizi della rete), al collegamento con i medici e pediatri delle cure primarie, ai percorsi per il completamento diagnostico ad accesso diretto agli ospedali vicini, così come per l’invio diretto agli ospedali di riferimento per i casi a medio-alta gravità (sospetto infarto, ictus, traumi maggiori).
“Vogliamo creare, attraverso questi percorsi e un forte investimento formativo, gruppi professionali più stabili, comunità multidisciplinari con nuove competenze che potranno essere di sostegno a tutta la rete sanitaria modenese”, ha concluso Bacchi.
L’evoluzione della Rete di emergenza territoriale è stata illustrata da Geminiano Bandiera, Direttore del Dipartimento di Emergenza urgenza: è in corso la valutazione della rete dei mezzi di soccorso (avanzati e di base), a partire da precisi criteri di analisi, vale a dire numerosità degli abitanti ed estensione del territorio, numero interventi dei mezzi avanzati, tempi di intervento e gestione delle patologie tempo dipendenti. Questo lavoro, ancora in corso, punta migliorare l’appropriatezza dei mezzi di intervento (adeguati alla tipologia di bisogno), ridurre eventuali ridondanze o sovrapposizioni di mezzi di soccorso, arrivare infine a una maggiore integrazione con le associazioni di volontariato per l’utilizzo efficace ed appropriato dei mezzi in funzione del bisogno. Sono inoltre in corso di elaborazione progettualità complementari a supporto della rete con il supporto dell’Università e del volontariato.