Pellegrinaggio dei diaconi di Modena e Carpi in Terra Santa
Si è svolto nei giorni scorsi il pellegrinaggio in Terra Santa dei diaconi delle Diocesi di Modena e di Carpi. Il racconto del diacono Giuseppe Migatti e della moglie Laura
Il diacono Giuseppe Migatti e la moglie Laura raccontano l’esperienza da loro vissuta nei giorni scorsi al pellegrinaggio in Terra Santa dei diaconi delle Diocesi di Modena-Nonantola, Carpi e Bologna.
Domine, ivimus! Signore, siamo arrivati!
Domine, ivimus! Signore, siamo arrivati! Oggi visibile presso la Cappella degli Armeni nella basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, questa incisione, probabilmente realizzata nel secolo II dopo Cristo da un primo gruppo di pellegrini come ringraziamento al Signore che li aveva chiamati e lì li attendeva, è diventata per noi accompagnamento quotidiano nel nostro viaggio in Terra Santa dal 9 al 16 luglio scorso.
“Domine, ivimus!”: Signore, siamo arrivati qui, ognuno così com’è, con le sue fragilità e le sue speranze, certi che tu ci accogli come siamo e pronti ad ascoltare quanto ci vuoi dire.
D’altra parte, si dice, il cielo di Gerusalemme è talmente grande da non respingere nessuno: ebrei, cristiani, musulmani, … e neppure una nutrita squadra di diaconi delle diocesi di Carpi, Modena e Bologna, accompagnata dalle mogli e da tanti amici e guidata sapientemente da Guido Federzoni e Antonia Gasperetti, profondi conoscitori del territorio e della sua storia e tessitori infaticabili di relazioni con chi qui abita, coppia diaconale che ha prestato a lungo il suo servizio in una delle strutture ospedaliere di Nazareth.
“Quello che abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che abbiamo contemplato (…) di tutto ciò diamo testimonianza e lo annunciamo perché tutti siano in comunione con noi”: come scrive l’apostolo ed evangelista Giovanni, così anche noi desideriamo condividere i frutti di questo nostro pellegrinaggio.
Innanzitutto, il tempo della preghiera e dell’ascolto della Parola nei luoghi che l’hanno vista protagonista quali Nazareth, Cana, Bethleem, Gerusalemme e tantissimi altri: don Marco Maioli con la sua umiltà e delicatezza ci ha regalato momenti di profonda riflessione, celebrando quotidianamente l’Eucarestia in profonda comunione con la comunità diaconale e con tutti coloro che come veri fratelli hanno saputo accogliere e condividere questa ricchezza, dando un prezioso contributo alla crescita e alla conferma nella fede di ciascuno.
Un tempo altrettanto fruttuoso è stato quello dedicato agli incontri con chi qui vive, occasione unica di toccare con mano la complessità di questa terra che ha in sé la ricchezza e la bellezza che deriva dall’essere stata scelta come luogo della Incarnazione, ma nella quale, forse più che in ogni altro luogo, le parole dell’amore di Dio rimangono inascoltate e disattese, come accade troppo spesso nel cuore dell’uomo.
È stato per noi tutti un viaggio di scoperta da cui torniamo con tante domande, ma anche con tanta speranza: a fronte di muri che separano israeliani e palestinesi, ebrei, musulmani, cristiani, è possibile costruire ponti?
Vi sono realtà profetiche come la comunità dei Dossettiani a Ain Arik e il villaggio di Neve Shalom dove si sperimentano nuove strade di convivenza pacifica nel rispetto reciproco, che invitano ciascuno di noi, al rientro da questa esperienza, a essere uomini e donne che instancabilmente tessono relazioni, gettano semi di pace, costruiscono ponti nella propria vita quotidiana. Il Signore orienti il nostro cuore e ci doni forza e coraggio per riprendere una quotidianità che per ciascuno di noi non potrà più essere quella di prima.
Manteniamo dunque sempre fisso lo sguardo sulla “tomba vuota” di Cristo, fonte e ragione della nostra Speranza nel Regno che è e che verrà
Giuseppe e Laura Migatti