L’Europa e il ruolo della memoria al Campo di Fossoli
Il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans ha fatto un parallelo tra la guerra in Ucraina e quanto successo al Campo di Fossoli nel 1944
I 67 nomi, scanditi uno ad uno, riecheggiano in un silenzio carico di emozioni. Sono quelli dei 67 internati politici a Fossoli, prelevati dal Campo di concentramento e fucilati dai nazisti al Poligono di tiro di Cibeno, il 12 luglio 1944. Come ogni anno il sindaco Alberto Bellelli ricorda i loro nomi a memoria e monito di quello che è stato. Stamattina, in occasione del 79° anniversario dell’eccidio, al Campo di concentramento di Fossoli, i parenti delle vittime erano presenti. E ancora una volta l’Europa era presente, nella persona del vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans. Facendo un parallelo tra la guerra in Ucraina e quanto successo al Campo di Fossoli nel 1944, quando le Ss trucidarono 67 internati politici, Timmermans ha affermato che “una guerra di nuovo si combatte sul suolo del nostro continente, dal cui esito dipende il futuro. Non facciamoci illusioni a riguardo. Di nuovo uomini e donne come noi muoiono per quello che sono. Anna e Julia, due sorelle ucraine di 14 anni sono morte per le bombe lanciate su un ristorante, di nuovo fosse scavate e nascoste, di nuovo treni nella notte e di nuovo bambini deportati: lo hanno ammesso i russi, 700mila bambini sono stati deportati per il tentativo di togliergli l’identità ucraina. Di nuovo l’inimmaginabile diviene realtà, il male banale, l’eroismo quotidiana necessità. Nuovi ‘Cibeno’, nuovi ‘Fossoli’ e un giorno, speriamo vicino, nuovi musei, nuove fondazioni, nuove commemorazioni. Sta tornando la notte o stiamo risvegliandoci da un sogno, o forse orribile sospetto, l’una e l’altra cosa insieme?”, ha domandato al termine del suo discorso carico di commozione.
Presente alla cerimonia anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Facciamo e continueremo a fare Memoria su chi scelse libertà e diritti contro il nazifascismo. Dal 1942 al 1944 a Fossoli furono rinchiusi oltre 7mila uomini e donne, molti partiti per non tornare più. Avversati per la loro fede, la loro etnia o il loro credo politico. Sempre qui, nel 1944 i nazifascisti uccisero 67 persone provenienti da tutta Italia, in alcuni casi giovanissimi: c’erano socialisti, cattolici e comunisti, c’erano operai e commercianti, militari e imprenditori, poveri e benestanti. Ad accumunarli, il coraggio di chi ha dato la vita per opporsi al regime nazifascista. La loro fu una resistenza irriducibile, per questo furono vittime di un massacro pianificato con efferatezza. A chi mi chiede se ha senso rammentare ogni anno queste vicende io ripeto che non solo ha senso, ma diventa tanto più necessario quanto più passa il tempo. Ricoprirono i corpi di quei martiri con calce viva perché volevano cancellarli, e invece noi li ricorderemo sempre: facciamo e continueremo a fare Memoria su chi scelse la libertà e la democrazia, sulla Resistenza e la lotta partigiana i cui valori sono le fondamenta della Costituzione repubblicana, sulle vittime dell’immane tragedia della Shoah”.
Il presidente ha voluto poi sottolineare il ruolo della legge regionale sulla Memoria del Novecento, con la quale la Regione finanzia attività e progetti di ricerca, formazione e divulgazione di istituti storici, enti e fondazioni, Comuni, realizzati soprattutto con scuole. Lo stesso Campo Fossoli negli anni è stato destinatario di alcuni contributi regionali e nazionali, anche grazie agli accordi con il ministero dei Beni culturali e la Presidenza del Consiglio dei ministri, per il ripristino e la valorizzazione della struttura, con l’obiettivo appunto di fare luogo di Memoria. “La storia di Fossoli – ha aggiunto Bonaccini – non è solo italiana, ma europea. L’idea che in democrazia ci siano avversari e non nemici, l’idea che la coesione e la solidarietà siano fondamentali per superare i momenti difficili nascono anche qui, dal sacrificio di quegli uomini e delle persone che vi sono state prigioniere. L’Unione Europea ha fatto suoi questi principi, mostrando di esserci vicina anche adesso dopo l’alluvione, dicendosi pronta, con la presidente Ursula Von der Leyen, ad attivare il fondo di solidarietà europeo, come fece dopo il sisma. Per questo li ringraziamo. Per un’Europa che vogliamo sia dei popoli e delle comunità”. Con loro, a ricordare le vittime, di diversa estrazione sociale e provenienti da 27 diverse province italiane, c’erano il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli, il presidente della Fondazione Fossoli, Pierluigi Castagnetti, la direttrice Marzia Luppi. E’ intervenuta anche Albertina Soliani, presidente dell’Istituto “Alcide Cervi” di Gattatico (Reggio Emilia).
Prima dei discorsi istituzionali, vi sono stati la deposizione della corona d’alloro e i riti religiosi, affidati al vicario generale della Diocesi, monsignor Gildo Manicardi e al rabbino Capo di Modena e Reggio Emilia, Beniamino Goldstein.