Grazie RAGAZZI
Trame di bellezza, una rubrica a cura della Pastorale Sociale e del Lavoro.
di Federica Marampon
È il nome dell’ultimo film uscito con protagonista Antonio Albanese, artista capace di creare personaggi carichi di umanità, che qui ricopre il ruolo di un attore appassionato ma spesso disoccupato, che si mantiene facendo il doppiatore. Gli viene offerto un lavoro: si tratta di diventare insegnante di un laboratorio teatrale all’interno di un carcere. Col tempo i detenuti riescono a riaccendere in lui la passione e la voglia di fare teatro, al punto da convincere la direttrice del carcere a consentire di mettere in scena una commedia su un vero palcoscenico teatrale. Da lì in poi si susseguiranno diverse scene tra l’esilarante e il commovente, passando attraverso le storie personali dei detenuti/attori e respirando, un po’ qua e un po’ là, la durezza delle regole -non scritte- del carcere.
Il film verrà proiettato il prossimo 1/7 e 8/8 al cinema estivo di Carpi e il mio consiglio è di andarlo a vedere perchè, oltre ad alcuni aspetti che portano a una riflessione, a un certo punto del film traspare in maniera molto chiara quanto detto da Papa Francesco: “Oggi, in modo particolare, le nostre società sono chiamate a superare la stigmatizzazione di chi ha commesso un errore poiché, invece di offrire l’aiuto e le risorse adeguate per vivere una vita degna, ci siamo abituati a scartare piuttosto che a considerare gli sforzi che la persona compie per ricambiare l’amore di Dio nella sua vita.” (Discorso ai partecipanti all’incontro internazionale per i responsabili regionali e nazionali della pastorale carceraria – 8.11.2019) e la possibilità offerta dall’insegnante del laboratorio ai detenuti è una occasione di riscatto prima di tutto umano.
Nelle diocesi di Modena e Carpi esistono già realtà che sono da tempo impegnate nell’aiuto ai detenuti offrendo spazi di ascolto e di riflessione su questo tema tra cui anche delle proposte culturali. Inoltre il Gruppo “Carcere – Città” con sede a Modena è nato a seguito di un convegno in quanto il carcere, fino ad allora pezzo di una città di cui aver paura e da ignorare, aprendosi all’esterno, potesse uscire da quell’isolamento in cui per tanti anni era stato tenuto; e la città, entrando all’interno, lo riconoscesse come parte di sè. Va sottolineata anche l’importanza e la bellezza di tanti progetti di economia carceraria, dai manufatti di cuoio ai prodotti alimentari, una ulteriore possibilità per i detenuti e le detenute di riconnettersi con quella ecologia integrale umana tanto auspicata da Papa Francesco.