La Madonna delle benedizioni
Mirandola: le vicende di una venerata immagine mariana purtroppo andata perduta
di Andrea Beltrami
Quello che oggi nel Duomo di Mirandola è chiamato Altare della Madonna di Pompei, in riferimento al dipinto di Carmela Adani datato 1945, un tempo era dedicato alla Beata Vergine delle benedizioni. Una storia che inizia nel 1666 quando per interessamento della principessa Maria Pico, figlia di Alessandro I, viene eretto un sontuoso altare, riccamente scolpito e degno di un nobile patronato. Nell’ancona centrale trovava collocazione, dopo un lungo periodo di vicende, un’incisione su carta acquistata nel 1642 da un comune venditore di stampe, raffigurante la Beata Vergine di Loreto. Si trattava di un’iconografi a nota e diffusa largamente e che nel tempo trovava spazio nelle case della gente, soprattutto in ambito rurale e dopo la diffusione del culto della Madonna delle benedizioni. Inizialmente collocata su di un albero, da cui il nome “Beata Vergine della Pioppa”, a protezione dei campi, appena fuori dalla cinta muraria, l’immagine era oggetto di venerazione da parte della popolazione che la riteneva dispensatrice di grazie e miracolosa. Per questo motivo fu tolta e conservata privatamente da don Antonio Marverti, che la salvò dalla distruzione portandola a Carpi.
Per molto tempo si ritenne che la stampa fosse andata perduta, tuttavia gli eventi fecero in modo che ritornasse a Mirandola e ricominciò la devozione che in realtà non si era mai persa. Grazie sempre alla principessa Maria la sacra incisione trovò collocazione alla venerazione dei fedeli in un altare ligneo commissionato dalla stessa per la chiesa di San Rocco a Mirandola. Il trasporto avvenne con grande solennità e con grande concorso di popolo, che finalmente si riappropriava di una devozione solennizzata, come da tradizione, la seconda domenica dopo Pasqua. L’oratorio di San Rocco, oggi non più esistente, era stato costruito nel 1637 sulla strada che dalla collegiata conduce alla chiesa del Gesù e venne demolita nel 1812; l’anno precedente era stata venduta dal Demanio ad un privato che, svenduto l’arredo e le suppellettili, aveva poi abbattuto l’edificio. Si salvò l’altare ligneo della Madonna delle benedizioni perché ceduti precedentemente a don Onofrio Bruschi che si era impegnato a ricostruirlo nella Collegiata mirandolese, dove ancora oggi si trova.
Solenne e imponente, si presenta con architettura formata da doppie colonne riccamente intagliate sormontate da un timpano spezzato sulle cui volute trovano spazio due angeli. al centro dell’ancona è collocata una tavola lignea, anch’essa decorata a racemi floreali entro la quale era collocata l’incisione della “Madonna di Loreto”. Purtroppo nel secolo scorso la stampa raffi gurante la Madonna delle benedizioni è andata per-duta, esitata o addirittura cestinata perché ritenuta deteriorata. Al suo posto si trova, come detto all’inizio del presente articolo, un dipinto di Carmela Adani, di ottima fattura, ma sempre in sostituzione di un’opera andata perduta. L’avere tolto dal suo altare l’incisione originale, che nei secoli era divenuta un simbolo della cultura e della religiosità mirandolese, è stato certamente un errore, che possiamo giustificare con il modo di pensare e di intendere le opere d’arte di un secolo fa.
Oggi la sensibilità è molto cambiata e un oggetto che si presenta bisognoso di attenzione e di restauro a causa del tempo e delle vicende storiche, viene tutelato e salvaguardato con maggiore riguardo e cura rispetto ad altri in condizioni migliori. Scomparendo per sempre l’antica immagine, Mirandola ha perso un pezzo del suo patrimonio che si somma a quello andato distrutto con il terremoto e a quell’altro asportato con le soppressioni. Dell’antica incisione rimangono alcune riproduzioni fotografiche di xilografie della metà del settecento, che rimandano alla tipologia originale seppure con evidenti differenze.
Di questa antica devozione rimane comunque un ricordo nella memoria e nelle lapidi poste a lato dell’altare della Madonna di Pompei unitamente ad un elogio alla principessa Maria Pico. Nell’archivio della Collegiata di Mirandola si conserva un fascicolo contenente memorie di grazie e miracoli elargiti dalla Madonna delle benedizioni. Continuando a tenere viva questa antica tradizione, ci affidiamo a Lei chiedendole preghiere e protezione su tutti noi.