Sogni e radici per la comunità del futuro
di Matteo Casalgrandi, Presidente del Tavolo culturale del Patrono della Diocesi e della città di Carpi
Il teologo domenicano Alessandro Cortesi descrive una possibile spiritualità della città attraverso quattro linee: ascolto, cura, ospitalità, speranza. In una città in cui il tempo corre tra proposte e propri schemi, tornano anche quest’anno i giorni del Patrono il cui auspicio è di avere una forte connessione e sintonia con queste quattro linee. In questi anni il Tavolo culturale diocesano per il Patrono – anche grazie alle diverse provenienze e sensibilità che lo compongono – non ha infatti voluto gettarsi a capofitto nell’organizzazione di eventi quanto ha inteso primariamente dotarsi di un metodo per creare interazioni tra soggetti vivi che compongono il tessuto ecclesiale e civico del nostro territorio. Si tratta di un tessuto in costante rinnovamento, ancorato però a radici caratterizzanti che accomunano tutte le persone di buona volontà che lo abitano: solidarietà, accoglienza, senso della giustizia, promozione della vita e del valore di ciascun individuo, l’ideale di uguaglianza.
È questo un secolare e fecondo terreno in cui il Padre ha voluto vedere germogliare vicende di santità universale attraverso la vita e le opere dei nostri Patroni e dove il Vangelo ha continuato a suscitare risposte luminose alle faccende più buie del Novecento. Il programma della Festa è quindi un primo frutto di interazioni efficaci, non tanto un arrivo quanto un inizio diverso di un percorso che non vuole disperdere la sua ricca tradizione. Ci auguriamo che la Festa dei Patroni – festa autentica per Carpi, Mirandola, San Possidonio e per la diocesi possa essere un momento per costruire insieme la città del futuro, in cui non mancheranno sogni e radici.