Sulla scia dei visionari
Il 25 aprile nelle parole del presidente Mattarella
di Luigi Lamma
Ancora un pezzo da antologia costituzionale e repubblicana quello che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha donato a tutti gli italiani in occasione della celebrazione nazionale della Festa della Liberazione a Cuneo, lo scorso 25 aprile. Un testo che ha fatto vibrare non solo sentimenti e passioni nel ricordo delle donne e degli uomini che “hanno animato la battaglia per la conquista della libertà della Patria” ma soprattutto ha riportato, tutti quanti, con lucidità e dovizia di dettagli, al significato profondo di questa ricorrenza, la Liberazione, come radice della nostra Costituzione. Le parole illuminate del Capo dello Stato sono state pronunciate con l’intento, ben riuscito, di far capire l’origine del nostro essere nazione, il punto di partenza comune, il momento di svolta che ha chiuso la parentesi oscura della dittatura, della guerra e dell’occupazione, per aprire alla costruzione di un futuro di libertà e democrazia.
Libertà e democrazia più volte minacciate, si pensi all’attacco del terrorismo al cuore dello Stato, ma capaci di resistere perché ancorate alle solide fondamenta rappresentate dalla Costituzione. Un discorso quello di Mattarella che sarebbe da riprendere subito nelle scuole e nei pubblici consessi, per ristabilire un rigoroso ordine di valore e di verità, per non lasciare il campo alle sterili polemiche di parte a cui si è assistito anche quest’anno, in alcuni contesti nazionali e locali, sul senso della festa della Liberazione o sulle modalità con cui celebrarla: in ogni caso e da qualsiasi parte provenienti, miseramente sbiadite dopo le parole del Presidente. Sul cielo plumbeo del 25 aprile 2023 restano le minacce alla libertà in Europa (aggressione russa all’Ucraina), il diffuso ricorso alla guerra e la conseguente corsa agli armamenti in tante altre parti del pianeta: non è questa la prospettiva per cui diedero la vita uomini e donne di ogni credo politico e religioso nella Resistenza italiana, prefigurando un futuro di concordia tra i popoli.
Ora prioritario è l’impegno per costruire la pace! E’ motivo di grande speranza sentirsi ancora oggi chiamati a camminare “sulla scia di quei ‘visionari’ che, nel pieno della tragedia della guerra e tra le macerie, disegnavano la nuova Italia di diritti e di solidarietà”, avendo ben presente, sono le parole del Presidente Mattarella, “che onorano la Resistenza, e l’Italia che da essa è nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si regge la nostra comunità nazionale. Onorano la Resistenza i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno non si risparmiano per difendere la salute di tutti. Onorano la Resistenza le donne e gli uomini che con il loro lavoro e il loro spirito di iniziativa rendono competitiva e solida l’economia italiana. Onorano la Resistenza quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva. Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare chi ne ha bisogno. I tanti giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa dell’ambiente. Tutti coloro che adempiono, con coscienza, al proprio dovere pensando al futuro delle nuove generazioni”. C’è posto per tutti o qualcuno si vuole tirar fuori?
Per leggere il discorso del Presidente della Repubblica clicca qui.