Vivere da risorti il Venerdì Santo
Riflessioni di Marietta Di Sario sulla realtà della sofferenza alla luce del mistero pasquale
Il dolore, molto spesso, toglie le prospettive, prosciuga le speranze, e appesantisce anche le cose più semplici. A volte le prove che viviamo sembrano sproporzionate rispetto alle nostre forze. Eppure il cristianesimo è nascosto proprio in questa sproporzione. Credere non significa dire di avere le forze necessarie, ma fare memoria che da certi macigni solo la mano di un Altro può liberarci. È tutto qui il segreto della Pasqua. Accadrà anche per noi l’esperienza di arrivare faccia a faccia con quel macigno, e di accorgerci che è già stato rotolato via.
Il miracolo della fede è coltivare questa misteriosa certezza che non siamo soli anche quando ci sembra di esserlo. In questo senso la fede ha anche bisogno di una scelta. Non è un’emozione, non è un sentimento, ma è la scelta di fidarsi di un Dio che è nostro Padre, e che continua ad esserlo anche quando tutto grida contro di Lui, anche quando la guerra è un “fatto quotidiano” a pochi chilometri da casa nostra e quando un terremoto uccide in 30 secondi più di 50mila persone.
Ognuno di noi può vive un terremoto nella propria vita: un lutto, una malattia, un imprevisto che delude le aspettative. Nel dolore è naturale gridare: “Se mi ami perché ci fai questo?”. Il Dio in cui crediamo non ci protegge da tutto quello che ci accade, Lui manda Suo figlio per farsi vicino e dirci che ci ama, per questo possiamo vivere anche una cosa difficile.
Siamo figli amati e proprio perché siamo amati anche il dolore, anche la cosa che sembra più assurda e più contraddittoria, è possibile viverla con Lui. La Pasqua è scegliere di vivere da risorti, anche il venerdì santo. È un cammino che inizia ogni giorno e che ci chiede di coltivare con Lui un rapporto autentico.
Buona Pasqua, buon cammino!
Marietta Di Sario Unitalsi Carpi