Lions Club Mirandola, serata con monsignor Gildo Manicardi
Al recente incontro conviviale del Lions Club Mirandola, è stato ospite monsignor Ermenegildo Manicardi, vicario generale della Diocesi di Carpi, che ha guidato i presenti in una profonda riflessione alla scoperta del significato del pane per la fede cristiana
Da sinistra Sandra Gallini, cerimoniera del Lions Club, monsignor Gildo Manicardi, e Paolo Vincenzi
Lo scorso 23 marzo si è svolto nei locali della parrocchia di Cividale l’incontro conviviale del Lions Club Mirandola con monsignor Ermenegildo Manicardi, vicario generale della Diocesi di Carpi. L’ospite della serata, già allievo e poi rettore, per oltre un ventennio, dell’almo Collegio Capranica di Roma e unico teologo in Italia ad essere stato recentemente insignito del titolo di accademico copernicano, conferitogli in Polonia per le celebrazioni del 550° dalla nascita di Nicolò Copernico, ha tenuto una illuminante lezione sul significato del “pane” per i cristiani. L’argomento è in sintonia col tema generale riguardante il “cibo”, trattato da tutti i punti di vista, che Paolo Vincenzi, presidente del Club, ha voluto porre al centro all’annata lionistica in corso. Per i credenti, il pane non è solo il nutrimento per antonomasia del corpo, ma è soprattutto quello dell’anima. Monsignor Manicardi ha esordito affermando che il pane ha un grande ruolo, non solo nella mensa, dove esso porta con sé una cultura ed è un pezzo di creazione che viene da Dio, ma anche nella messa, nella quale i riferimenti ad esso sono molteplici. Il primo si trova nell’offertorio in cui si ringrazia Dio per aver dato all’uomo il pane che verrà poi transustanziato nel corpo di Gesù, diventando così cibo di vita eterna, nella consacrazione. Nel corso di questa, come ha spiegato monsignor Manicardi con una significativa immagine, “il pane riceve il suo “Nobel”, ossia diventa il corpo di Gesù. Nella consacrazione, non c’è parallelismo, o equivalenza, fra pane e vino i cui significati sono diversi. Mentre il pane è il corpo di Gesù offerto in sacrificio per noi, il vino, contenuto nel calice che simboleggia la morte di Cristo, suggella la nuova ed eterna alleanza fra uomo e Dio. Il pane poi rispunta nella preghiera del Padre Nostro dove lo si chiede a Dio, in modo per così dire ambivalente, cioè per il nutrimento sia del corpo, sia dell’anima, mentre nel capitolo 4 dei Vangeli di Matteo e Luca, al tentatore che lo invita a trasformare le pietre in pane, Gesù risponde: “Non di solo pane vive l’uomo…”, a significare che l’uomo non vive di solo nutrimento materiale. Monsignor Manicardi a questo punto ha sottolineato che col pane “non si scherza”. Il suo sapore ne esprime la genuinità. Il suo valore nutrizionale è all’apice, infatti gli altri alimenti sono solo “companatico”. Il pane non si butta mai via, tanto che si racconta, ma ciò non risponde al vero, che Gesù fosse sceso da cavallo per raccogliere una briciola di pane. Nell’Antico Testamento, gli ebrei fuggiti dall’Egitto si nutrirono della manna dal cielo, ma poi morirono tutti, invece Gesù afferma “Io sono il pane vivente, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Nell’attento pubblico la serata si è chiusa con una domanda: che forse Dio abbia permesso all’uomo di creare il pane, affinché attraverso il pane l’uomo potesse scoprire Dio?
I. P.