Istat, presentato il report “Stranieri residenti e nuovi cittadini”
Mercoledì 15 marzo, l’Istat ha presentato il report “Stranieri residenti e nuovi cittadini: caratteristiche demografiche e distribuzione territoriale” relativo al 2021. Tra i dati emersi, si evidenzia come la dinamica naturale e migratoria internazionale della popolazione straniera residente sia ampiamente positiva, ma il saldo naturale degli stranieri residenti (positivo in tutte le regioni) è in calo rispetto al 2019
“Nel 2021 la dinamica naturale e migratoria internazionale della popolazione straniera residente è ampiamente positiva, ma il saldo naturale degli stranieri residenti (positivo in tutte le regioni) è in calo rispetto al 2019 (-15,4%)”. È quanto emerge dal report “Stranieri residenti e nuovi cittadini: caratteristiche demografiche e distribuzione territoriale” relativo al 2021 diffuso mercoledì 15 marzo, dall’Istat.
I dati mettono in evidenza che tra gli stranieri sono diminuite le nascite (-4,8% sul 2020) e aumentati i decessi (+8,6 %), “comportamento demografico che – viene spiegato – sembra risentire ancora dell’impatto pandemico”.
Stando al report, le immigrazioni di cittadini stranieri sono in ripresa (+27% sul 2020) “dopo il vistoso calo dovuto alla chiusura delle frontiere, ma non recuperano i livelli pre-pandemici”.
Gli stranieri risiedono prevalentemente in Italia settentrionale (59% del totale), ripartizione in cui si concentrano anche i cittadini italiani per acquisizione (66,5%).
Popolazione straniera residente
Al 31 dicembre 2021 in Italia la popolazione straniera residente ammonta a 5.030.716i unità, (-2,7% rispetto al 2020) ed è composta per il 50,9% da donne. “Negli ultimi anni – osserva l’Istituto nazionale di statistica – si assiste a una sostanziale stabilizzazione della popolazione straniera residente. È, infatti, rallentata la crescita rispetto al primo decennio degli anni Duemila, sia perché i flussi di immigrazione si sono ridotti, sia perché molti stranieri hanno nel frattempo acquisito la cittadinanza italiana. Anche la crescita naturale subisce un rallentamento, accentuato dalle conseguenze dirette e indirette dell’epidemia da Covid-19 (eccesso di mortalità, effetti recessivi sulle nascite)”. Il report evidenzia poi che “il Mezzogiorno rappresenta spesso una porta di ingresso nel caso di emergenze umanitarie, ma è al Centro-nord che preferibilmente gli stranieri eleggono la residenza”. Nel Nord Italia si concentra infatti il 59% della popolazione straniera (2 milioni 973mila). Il Nord-ovest è l’area più attrattiva, accogliendo oltre un terzo dei cittadini di origine non italiana. Un quarto della popolazione straniera risiede nel Centro (24,7%; 1 milione 241mila unità) ed è più contenuta la presenza nel Sud e nelle Isole (rispettivamente l’11,6% e il 4,6%).
Migrazioni internazionali in parziale ripresa rispetto all’anno precedente
Nel 2021 dopo le limitazioni agli spostamenti che hanno condizionato soprattutto il 2020, si registrano segnali positivi per i movimenti migratori dei cittadini stranieri, in aumento rispetto all’anno precedente. I dati mettono in evidenza che sono state 244mila (+27,0%) le iscrizioni dall’estero di cittadini stranieri e 64mila le cancellazioni per l’estero (+64,6%), con un saldo migratorio per l’estero positivo pari a 179.514 unità. Gli immigrati stranieri si stabiliscono prevalentemente al Nord (132mila, con un’incidenza del 53,9% sul totale), ripartizione in cui risiede la maggior parte dei cittadini stranieri in Italia. Quasi un quarto degli stranieri sceglie come meta di destinazione il Mezzogiorno (57mila, 23,4%; +39% sul 2020) e oltre un quinto si dirige al Centro (55mila, 22,7%; +23%). La Lombardia (47mila, 19% del totale) è la regione che in termini assoluti accoglie più iscrizioni di cittadini stranieri dall’estero, seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna (entrambe 24mila, 10% del totale). “Negli ultimi anni – rileva l’Istat – le migrazioni da Paesi non Ue verso l’Italia sono state motivate in larga parte dai ricongiungimenti familiari (da oltre 10 anni il motivo di ingresso più rilevante)”. Di conseguenza, viene spiegato, “gran parte dei nuovi ingressi si sono diretti laddove risiedevano i migranti ‘apri-pista’ che li avevano preceduti”.
Acquisizioni di cittadinanza italiana
Nel 2021 le acquisizioni di cittadinanza sono 121.457 (23,5‰ residenti; -7,8% rispetto al 2020). Si tratta prevalentemente di donne (il 50,7% in media nazionale), con differenze a livello regionale che vanno dal massimo della Valle d’Aosta (il 55,5% di donne sul totale delle acquisizioni) all’Abruzzo dove si riscontra una maggiore presenza di uomini (solo il 46,6% di donne).
Le acquisizioni di cittadinanza si sono registrate prevalentemente nel Nord-ovest (38,5%) dove la presenza straniera è più radicata, con la Lombardia a fare da traino con il 24,3% di acquisizioni sul totale nazionale.
“La principale modalità di acquisizione della cittadinanza italiana nel 2021 – spiega l’Istat – è la residenza (42% del totale), seguita a breve distanza dai procedimenti che avvengono per trasmissione del diritto dai genitori ai figli minori conviventi (32%). Sono, invece, molto meno rilevanti le acquisizioni per matrimonio (12%), l’elezione da parte dei nati in Italia al compimento del diciottesimo anno di età (8%) e la discendenza da avi italiani (6%)”.
Nel complesso gli italiani per acquisizione della cittadinanza residenti in Italia al 1° gennaio 2021 sono 1.470.680. “La numerosità di questa popolazione – osserva l’Istituto nazionale di statistica – è rilevante non solo nell’interpretare la sostanziale stabilità della popolazione straniera negli ultimi anni, molti sono infatti coloro che negli anni da stranieri sono diventati italiani, ma anche nella lettura dei diversi fenomeni demografici”. “Si consideri ad esempio – aggiunge l’Istat – che nel 2021 molte nozze tra stranieri e italiani sono state in realtà celebrate tra stranieri e nuovi italiani (circa il 12% dei matrimoni misti)”.