Carpi “adotterà” Boyarka, cittadina vicina a Kiev
Il Comune di Carpi “adotterà” un Comune ucraino come “segno di vicinanza e solidarietà e in prospettiva di aiuti finalizzati alla ricostruzione del Paese”: questo l’obiettivo di un ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio comunale nella serata del 23 febbraio
Veduta di Boyarka (Foto Wikipedia)
Il Comune di Carpi “adotterà” un Comune ucraino come «segno di vicinanza e solidarietà e in prospettiva di aiuti finalizzati alla ricostruzione del Paese»: questo l’obiettivo di un ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio comunale nella serata del 23 febbraio, aderendo all’appello nazionale lanciato a suo tempo dall’ALI, la Lega delle “Autonomie Locali Italiane”.
In particolare, la città dei Pio ha individuato la comunità di Boyarka (25 chilometri a sud-ovest di Kiev), il cui Sindaco a inizio febbraio aveva scritto al collega Alberto Bellelli una lettera esprimendo l’intenzione di «concludere un accordo di fratellanza, amicizia e cooperazione al fine scambiarsi esperienze in campo economico, culturale, dell’istruzione, sportivo, turistico e di gestione urbana» fra le due amministrazioni.Spiega Tamara Calzolari, Assessore al Sociale: «Per la scelta ci siamo confrontati con le associazioni del territorio che avevano già rapporti con cittadine ucraine: Boyarka è stata suggerita dall’associazione “Mriya” (“Sogno”), animata da cittadini italiani e ucraini già residenti a Carpi, che si sono attivati allo scoppio del conflitto per dare aiuto e creare un legame anche culturale e di conoscenza reciproca tra le nostre due comunità».
L’ordine del giorno che impegna la Giunta, presentato dal Sindaco Bellelli e sottoscritto da tutti i capi-gruppo, definisce l’iniziativa di “adottare” un Comune dell’Ucraina «utile anche per indirizzare, nella crisi in corso e in prospettiva, gli aiuti e le relazioni che saranno necessari a ricostruire il Paese, a far ripartire i servizi sanitari e sociali, le scuole, l’economia e ogni presidio di coesione sociale e iniziativa culturale».
L’iniziativa dovrà essere coordinata « con le istituzioni dell’Unione Europea, con il Ministero degli Esteri, l’Ambasciata e i consolati d’Ucraina, e con le associazioni degli enti locali che la promuovono».