Maratona di trapianti
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon.
Una notizia che ha suscitato scalpore nell’ambiente sanitario e non solo, è stata la quantità enorme di trapianti che, nel periodo natalizio di quest’anno, sono stati eseguiti all’ospedale Molinette di Torino. Dal 20 al 24 dicembre 2022 sono stati compiuti 24 trapianti in circa 100 ore. In questo tour de force emergono anche alcuni dati significativi e interessanti come quello dell’età record di un donatore di 97 anni a cui hanno espiantato il fegato. Questi interventi fatti in un periodo brevissimo di tempo, hanno suscitato ammirazione e plauso allo sforzo senza precedenti del personale medico e paramedico e, ovviamente, alla disponibilità delle persone che hanno offerto i loro organi.
Il Direttore dell’ospedale commenta il fatto dicendo che le attività trapiantologiche non hanno mai sosta e sono rese possibili da una raffinata organizzazione sia dei professionisti che dalle famiglie delle persone che rendono disponibili i loro organi. Davanti a queste notizie si esulta con ragione anche se fanno molto pensare diversi commenti che, contrariamente a quanto pensassi, hanno criticato questo evento diventato mediatico. Alcune persone hanno letto la notizia come un fatto esclusivamente pubblicitario, di una sanità che, in realtà,” fa acqua da tutte le parti”, non funziona ma vuole mostrare qualche eccellenza per abbagliare gli occhi della gente ormai stanca di lentezze ed errori. Una buona propagandi da per far risultare efficiente la fabbrica della salute ma che in realtà efficiente non è. Altri hanno criticato il fatto che si pubblicizzi sempre l’eccezione ma l’ordinarietà va sempre peggio come, per esempio, i tempi di attesa per un esame diagnostico. Credo che in queste critiche ci sia un fondo di verità ma sono anche convinto che è importante questo risultato dal punto di vista trapiantologico, sia in termini tecnici che in termini sociali. Quello che mi preme sottolineare è che poco si fa riguardo alla riflessione etica sui trapianti.
Molte sono le zone oscure che devono essere illuminate, orientate; non solo è sufficiente vedere l’aspetto della generosità e delle vite salvate ma occorre puntare il riflettore sulle modalità di come vengono salvate queste vite, sulle condizioni che devono esserci per gli espianti, su come vengono reperiti e allocati gli organi etc. Plauso sì a questa maratona di trapianti ma impegno ad approfondire la tematica etica.