Il carteggio di Carlo Prina donato alla Fondazione Fossoli
"Questo materiale, a noi così caro, sarà custodito dalla Fondazione Fossoli e in questo modo non si perderà mai la memoria"
Inviato al Campo di Fossoli il 9 giugno 1944, matricola n°1609, Carlo Prina fu una delle vittime della strage del poligono di tiro di Cibeno, che il 12 luglio dello stesso anno costò la vita a 67 internati del campo, trucidati dalle SS naziste. Prina era stato arrestato perché, all’indomani dell’Armistizio, non solo si rifiutò di combattere a fianco dei nazisti, tra le file della Repubblica Sociale Italiana, ma scelse al contrario di reclutare giovani per le formazioni partigiane.
Oggi, in occasione del Giorno della Memoria, i nipoti di Prina, Laura, Paolo e Andrea Ambrosini, nella sede dell’ex sinagoga, hanno ufficializzato la donazione alla Fondazione Fossoli di un corpus di 50 lettere che il nonno “Carletto” (come veniva chiamato affettuosamente in casa) aveva inviato dal Campo di Fossoli nel 1944. Missive clandestine dalle quali emerge il grande amore di Prina per la famiglia e anche il dispiacere per il dolore arrecato alla moglie e alle tre figlie piccole. Oltre al carteggio, alla Fondazione sono state donate varie fotografie del momento dell’esumazione dei corpi delle 67 vittime, nel luglio 1945: “Nonna Elena ha subito riconosciuto il nonno dalle due mani – ha raccontato la nipote Laura -. Questa donazione è stata fortemente voluta da nostra madre, ultima erede del nonno. Abbiamo preso questa decisione perché sappiamo che questo materiale, a noi così caro, sarà bene custodito dalla Fondazione Fossoli e perché desideriamo che non si perda la memoria, che è fondamentale e non va smarrita. Nel nostro piccolo siamo convinti che queste lettere del nonno Carlo aiuteranno a capire che il male assoluto deve essere conosciuto e che non deve mai più tornare”.
L’importanza della memoria è stata sottolineata anche dal presidente della Fondazione Fossoli, Pierluigi Castagnetti: “I luoghi come il Campo di Fossoli consentono di mantenere la memoria viva, attuale, contemporanea, perché certi valori di civiltà e umanità non vadano persi. Solo in questo modo una Nazione può restare in piedi”. Nel ricordare i prossimi anniversari della Fondazione, il presidente ha altresì annunciato che “entro il 2024 saranno deposte 67 pietre d’inciampo in memoria delle vittime della strage di Cibeno”.
La scelta della famiglia rientra nella campagna “Salva una storia”, lanciata dalla Fondazione perché “i documenti d’interesse storico sulle vicende legate al Secondo conflitto mondiale e alla deportazione siano donate agli archivi per essere adeguatamente conservate, analizzate e messe a disposizione degli studiosi di tutto il mondo”, ha sottolineato la direttrice della Fondazione Fossoli Marzia Luppi.
“Queste lettere sono una sorta di grido di ‘vendetta’, come dire non ci avete cancellato – ha proseguito il sindaco Alberto Bellelli -. Per questo sono un patrimonio importantissimo”.
Presente alla cerimonia anche l’assessore alla Cultura dell’Emilia-Romagna Mauro Felicori, che ha ribadito “l’importanza dei siti, come quello del Campo di Fossoli”, e l’impegno della Regione per la loro conservazione e valorizzazione, oltre che nella prospettiva della digitalizzazione di tutto il patrimonio esistente.
Nel medesimo contesto è stata anche presentata, da parte di Dario Venegoni, Presidente di ANED (Associazione Nazionale ex Deportati) e curatore della mostra, “Volti nel lager. Ritratti eseguiti nel 1944 a Fossoli e Bolzano”, che presenta gli eccezionali disegni e ritratti realizzati da Armando Maltagliati nei Lager di Fossoli e Bolzano.