Linguaggi comprensibili
L’insegnamento di Benedetto XVI e il nostro cammino sinodale.
di Luigi Lamma
“Ringraziamo Dio per averci donato Papa Benedetto XVI: con la sua parola e la sua testimonianza – scrive Papa Francesco nella prefazione al volume “Benedetto XVI. Dio è sempre nuovo Pensieri spirituali” in uscita il 14 gennaio – ci ha insegnato che con la riflessione, con il pensiero, lo studio, l’ascolto, il dialogo e soprattutto la preghiera è possibile servire la Chiesa e fare del bene a tutta l’umanità; ci ha offerto strumenti intellettuali vivi per permettere ad ogni credente di rendere ragione della propria speranza ricorrendo ad un modo di pensare e di comunicare che potesse essere inteso dai propri contemporanei. Il suo intento era costante: entrare in dialogo con tutti per cercare insieme le vie tramite le quali incontrare Dio”.
Con intensità e stupore abbiamo vissuto i giorni seguiti alla morte del Papa Emerito fino alle esequie del 5 gennaio. Sorpresi dall’affetto grato del popolo di Dio anche dopo i dieci anni di silenzio e nascondimento vissuti nel monastero Mater Ecclesiae e dall’unanime riconoscimento per l’autorevolezza del suo magistero e l’attualità del suo pensiero. In un contesto comunicativo che brucia rapidamente notizie ed avvenimenti l’auspicio è che ci sia la possibilità, ad esempio tramite il Laboratorio Teologico Realino, di far tesoro dell’eredità spirituale e teologica donataci da Benedetto XVI.
“Permettere ad ogni credente di rendere ragione della propria speranza ricorrendo ad un modo di pensare e di comunicare che potesse essere inteso dai propri contemporanei”: dalla prefazione di Papa Francesco è stato scelto il passaggio che più si collega a questo secondo anno del cammino sinodale intrapreso dalla chiesa italiana e che si concilia perfettamente con la scelta delle chiese di Carpi e di Modena-Nonantola di individuare, accanto ai tre cantieri “nazionali”, un quarto cantiere dedicato al “linguaggio”. “Le relazioni diocesane – scrive il vescovo Erio nella lettera per l’anno pastorale 2022-2023 ‘Le ragioni di Marta’ – hanno infatti sottolineato la nostra difficoltà di comunicare, anche a causa di una lingua chiamata scherzosamente ‘ecclesialese’, che ormai molti non capiscono. Ci si è concentrati soprattutto sul linguaggio liturgico, sulla predica e sulla catechesi”.
Una sfida di non poco conto che, in perfetto stile sinodale, mira a mettere in discussione il modo stesso di porsi della Chiesa con la sua reale capacità di farsi capire da tutti, oltre la ripetitività dei riti e delle proposte pastorali. C’è tanto di nuovo e di antico da esplorare, la liturgia è una miniera inesauribile di segni e di simbologie, l’omiletica è una disciplina che conta autorevoli fonti e riferimenti nel passato e nel presente e poi la comunicazione in pubblico ha regole e strategie che con un po’ di applicazione sono alla portata di tutti. Infine la catechesi che, come ha ben suggerito il vescovo Erio, “non consiste solo nella trasmissione di nozioni, ma nell’introduzione all’esperienza cristiana in tutte le sue dimensioni: parole, gesti, simboli, testimonianze, servizi, attività, arte, canto…”, qui si può aggiungere il ci-nema e tutte le forme espressive su cui, ad esempio, molto è stato proposto dalla programmazione culturale del Museo Diocesano e delle sale della comunità Corso e Eden.
A proposito di “introduzione all’esperienza cristiana” è sempre Benedetto XVI che ci viene in aiuto ricordandoci che “è stato il reale invito di esperienza in esperienza, e null’altro, umanamente parlando, a costituire la forza missionaria della Chiesa antica”. Ecco perché spesso viene presentato come linguaggio più immediato e comprensibile per comunicare la fede quello dei testimoni, uomini e donne che hanno abbracciato il vangelo pronti a pagare di persona o ad offrire la propria vita. Ne parliamo ancora su questo numero, il beato Odoardo Focherini, don Francesco Venturelli, don Zeno Saltini, sono le perle preziose della nostra piccola Chiesa che, come nel passato, anche oggi continua, “di esperienza in esperienza”, ad essere quella linfa vitale per questo popolo e questa terra.