Storia della medicina II – La gotta e lo scorbuto
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon.
La gotta è una malattia causata da un accumulo di acido urico dovuto a una dieta ricca e abbondante di alcuni alimenti; era una malattia soprattutto del ceto alto, di chi conduceva una vita agiata e si nutriva copiosamente in modo disordinato, concentrando, in questo modo, acido urico nel sangue che si cristallizzava nelle articolazioni causando forti dolori. Ancora nel 2013 la popolazione italiana, colpita da questa malattia, si aggirava sulle 500.000 persone e già Caligola, Nerone e Tiberio pare soffrissero dei tipici sintomi della gotta.
Se non controllata la gotta può causare malformazioni e atrofie delle dita: si presume che alcune mummie egizie del 4000 a.C. avessero già questi sintomi. Ippocrate fu il primo a descrivere in modo accurato la gotta ma ancor prima di lui, gli antichi cinesi la curavano con l’agopuntura e con una forma di coppettazione che prevedeva di bruciare erbe medicinali in coni di ceramica sopra la zona infiammata. Dal XVIII secolo venne utilizzato, come cura, oppio in polvere che creava, però, dipendenza. La vera svolta nella cura risale al 1763 quando si utilizzò l’estratto di una pianta, Colchicum autumnale, chiamato anche falso zafferano, che si scoprì contenere un alcaloide tuttora utilizzato in terapia. Altri rimedi popolari prevedevano di dormire accanto a un cane oppure di tenere una patata cruda in tasca.
Tra il 1500 e il 1800 lo scorbuto uccise circa due milioni di marinai europei. La malattia si manifestava per mancanza di acido ascorbico (vitamina C) arrestando così il rinnovamento cellulare. Con lo scorbuto il corpo inizia un processo putrefattivo con gengive violacee, tumefazioni, denti allentati, pori che trasudano sangue, astenia, ematemesi, piaghe putrescenti, per giungere infine all’arresto cardiaco e morte. La persona puzzava mentre si decomponeva. La semplice cura per questa terribile malattia la si trovò, come spesso accade, per caso. Ci si accorse che gli uomini che avevano ingerito una quantità sufficiente di agrumi, guarivano in una settimana.
La distribuzione di succo di limone zuccherato agli equipaggi servì come profilassi per poter scongiurare navi pieni di persone che morivano con lo scorbuto. La vitamina C è infatti essenziale perché permette la sintesi di collagene generando cellule e tessuti connettivi e massa ossea. Le malattie hanno sempre accompagnato l’uomo nei secoli, con difficoltà enormi nel riconoscere la pista giusta per poter ottenere un farmaco efficace ma quanto, anche, la fantasia umana sia vivace per pensare e inventare cose astruse nel desiderio di guarire da ogni forma patologica.