“Chiediamo risposte e garanzie”: le associazioni femminili su Ostetricia e Ginecologia
"Sei ginecologhe (su 15) sono in maternità e per quattro ambulatori sono state sospese le prenotazioni". La replica dell'Ausl
“Sei ginecologhe (su 15) sono in maternità e questo crea una situazione che ci preoccupa. Certo ogni urgenza viene garantita, ma sono già quattro gli ambulatori che hanno sospeso la propria attività per mancanza di personale: quello delle ecografie e delle visite ginecologiche richieste dai medici di medicina generale, quello della procreazione medicalmente assistita, quello dedicato all’endometriosi, quello per le donne con problemi urino-ginecologici. In un reparto nel quale vengono eseguiti circa mille parti all’anno, la carenza di ginecologi e di anestesisti si fa sentire e può costituire un potenziale pericolo per la salute delle donne e la sicurezza del parto. Siamo preoccupate, chiediamo informazione e trasparenza e una presa di coscienza della situazione, anche da parte della politica”. Forte la presa di posizione delle associazioni femminili carpigiane, Udi, Vivere Donna e Cif, a fronte dell’attuale situazione in cui versa il reparto di Ginecologia e Ostetricia del Ramazzini.
“E’ importante – sostengono Odette De Caroli, vice presidente Udi e l’avvocato Laica Montanari del Centro Vivere Donna – che la cittadinanza sia informata in merito alle gravi carenze e i disagi che sta vivendo il reparto. E’ necessario stimolare l’attenzione sul problema e cercare insieme una soluzione che non può essere solo quella di rivolgersi alle cooperative sulle quali nutriamo qualche perplessità, dai costi pressoché insostenibili per la nostra sanità all’affidabilità dei medici reperiti. Questi professionisti danno le stesse garanzie di continuità assistenziale e affidabilità dei loro colleghi strutturati? Sono in grado di farsi carico delle problematiche del reparto?”.
“L’elemento essenziale – proseguono Nadia Lodi e Gabriella Contini del Cif – è garantire la salute delle mamme e la sicurezza del parto. Tuttavia, la mancanza di anestesisti, in alcuni casi, rischia di mettere in forse la certezza di una assistenza puntuale”. “Non si pratica ormai quasi più l’epidurale – prosegue l’Udi – e il parto con taglio cesareo a volte viene rimandato a favore del parto naturale che, come ci è stato riferito, ha provocato a volte anche gravi conseguenze sulle partorienti”.
Quello che le associazioni femminili richiedono è confronto serio e trasparente con l’Ausl e le autorità locali per continuare a fornire assistenza medica di qualità alle donne prima, durante e dopo il parto. Esplicita la richiesta di una maggiore attenzione anche da parte della politica. “A Carpi l’impegno della politica non è abbastanza forte né adeguato nel cercare di affrontare e risolvere i problemi delle donne – sottolinea Odette De Caroli -. Dov’è la programmazione? Qualcuno a livello provinciale e regionale deve prendere in mano la situazione e porre in essere un Tavolo di lavoro. Ci sono domande che richiedono risposte: perchè si ricorre ai medici a gettone anziché aumentare gli stipendi dei professionisti del Sistema Sanitario Nazionale? Perchè l’Ausl non rivede l’organizzazione dei suoi ospedali? Basta ‘feudi’. Non tutti possono permettersi di rivolgersi al privato perchè il pubblico non eroga certi servizi o lo fa con grande ritardo. Alcuni rinunciano a curarsi e questo non è accettabile”.
Non è mancato un riferimento al Punto Nascita dell’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola: “Non saremo certo noi donne a esprimerci per la chiusura. Quello che sosteniamo è che devono essere assicurati tutti i servizi legati al pre e al post parto, per la sicurezza e la salute di mamma e figlio/a”.
Replica dell’Ausl
In relazione alla situazione di carenza dell’organico dell’Ostetricia e Ginecologia di Carpi, dovuta a sei aspettative per maternità concomitanti, l’Azienda USL di Modena conferma di essere costantemente al lavoro per il reperimento di specialisti da inserire in organico, non solo in ambito ginecologico ma anche in altri settori.
“Sono molteplici le strategie e le azioni messe in atto – spiega la Direttrice Sanitaria dell’Ausl di Modena, Romana Bacchi –, tra cui l’indizione di concorsi pubblici ripetuti più volte nel corso degli anni, lo scorrimento di graduatorie di concorso di altre Aziende della Regione, così come la pubblicazione di bandi finalizzati all’acquisizione di contratti Libero Professionali, per specializzandi e ancora bandi di mobilità e il ricorso a bandi per la fornitura di servizi medici. Inoltre, è stato costruito un percorso di cooperazione tra reparti delle tre aziende sanitarie della provincia di Modena per la copertura di turni nei Punti Nascita Ausl. Azioni e percorsi che però non hanno consentito il reperimento di professionalità in numero adeguato a fronteggiare le carenze, presenti a livello regionale e nazionale. Di concerto con le altre aziende sanitarie, gli enti locali e la Regione, si ribadisce dunque l’obiettivo di salvaguardare e continuare a offrire i servizi con standard qualitativi e di sicurezza, supportando i professionisti che vi lavorano, con tutti i mezzi a disposizione”.
Nel merito delle dichiarazioni delle rappresentanti delle organizzazioni femminili, riportate da alcuni media locali, interviene la dottoressa Giulia Pellizzari, Direttrice della Struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi: “Ringraziamo le associazioni per l’interessamento e il costante supporto dimostrato, condividiamo le preoccupazioni delle stesse rispetto alle difficoltà nel reperimento di personale, al contempo riteniamo doveroso fornire alcune precisazioni tecniche in merito all’attività del reparto. Nel reparto di Ostetricia e Ginecologia di Carpi si continua a praticare la partoanalgesia nella stragrande maggioranza dei casi in cui è richiesta, così come l’assistenza al travaglio è erogata nel rispetto delle linee guida nazionali e internazionali, che promuovono il parto naturale e forniscono indicazioni precise riguardo al ricorso al parto cesareo.
A Carpi, infatti, il parto cesareo viene praticato in percentuali in linea con la media degli altri punti nascita dell’Ausl. I livelli di sicurezza e di qualità dell’assistenza sono al pari dei migliori reparti presenti in Italia, anche grazie all’impegno e alla competenza di tutto il personale”.