Canti di lode e di speranza
Concerto dell’8 dicembre al Museo diocesano: intervista a Roberto Cavicchioli del Faith Gospel Choir che si esibirà con Vocalive.
di Kristina Bychkova
Giovedì 8 dicembre, alle ore 17.30, presso il Museo diocesano “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia” nella chiesa di Sant’Ignazio a Carpi, si terrà il concerto dal titolo “Gloria in excelsis Deo” che si inserisce all’interno della rassegna “Parole & Musica al Museo”. Si esibiranno in concerto Faith Gospel Choir diretto dal maestro Nehemiah Hunter Brown e Vocalive di Bologna, diretto dal maestro Riccardo Galassi. In occasione dello spettacolo musicale spiritual e gospel abbiamo intervistato Roberto Cavicchioli, organizzatore dell’evento, che ci ha svelato qualche anticipazione.
Roberto, come sarà strutturato il concerto? Vi esibirete separatamente o eseguirete dei brani insieme?
Noi del Faith Gospel Choir saremo il coro ospitante, perciò, apriremo lo spettacolo e faremo mezz’ora di canti. Il coro Vocalive di Bologna farà invece un’ora di concerto. Da tradizione il coro residente fa l’apertura, ma la parte del leone spetta al coro ospite. Concluderemo il concerto esibendoci insieme.
Avete già fatto altre iniziative insieme?
Nell’ambito dell’Associazione Nazionale Cori, tutti gli anni da giugno a settembre si organizzano iniziative in cui due cori proveniente da città diverse si incontrano e fanno concerti insieme. I nostri cori si conoscono da tempo. Ci siamo esibiti da Vocalive a Bologna tre anni fa, con questo concerto vogliamo restituire l’ospitalità Siamo entrambi nell’ambito della Aerco (Associazione Emilia-Romagna Cori). I cori dell’Emilia-Romagna, pur essendo diversissimi, sono collegati e in sintonia tra di loro. Esiste un grande spirito collettivo della coralità emilianoromagnola che caratterizza tutti noi.
Quali brani verranno eseguiti?
Il Faith Gospel Choir eseguirà principalmente brani della tradizione gospel, spiritual e canti natalizi. Il nostro maestro Brown ci ha insegnato il gospel autentico, quello della tradizione. Nel nostro cantare c’è l’anima vera e propria del gospel, non è solamente l’esecuzione di un brano. Il repertorio di Vocalive è molto vario, solitamente eseguono un repertorio dal classico al contemporaneo, dallo spiritual al pop. Eseguiranno “Fix you” dei Coldplay, un canto spiritual tradizionale come “Kumbaya” ma anche un brano scritto dal direttore Riccardo Galassi basato sulla poesia di una poetessa bolognese. La loro peculiarità è quella di cantare a cappella quindi senza l’ausilio di strumenti musicali, se non qualche percussione. Si tratta di un tipo di esecuzione che ha le sue caratteristiche e le sue difficoltà. Vocalive non è un coro classico molto “serio” e rigido. Sono vivaci, si muovono, muovono le braccia, ballano un po’ mentre cantano e questo fa la differenza nello spettacolo.
Verrà coinvolto anche il pubblico? Che riscontro avete nei vostri ascoltatori?
Il gospel non è una musica strutturata come un coro classico, non concepisce in senso stretto il concerto in sé, ovvero i coristi sul palco e il pubblico di che ascolta. Prevede sempre un coinvolgimento, molto spesso infatti invitiamo le persone a cantare in risposta perché i brani gospel sono “call and response”, prevedono quindi la partecipazione diretta del pubblico. Solitamente le persone si lasciano coinvolgere nell’esecuzione canora. Nel gospel bisogna lasciarsi andare senza preoccuparsi di come si sta cantando.
In che modo questo repertorio che ha provenienza diversa dalla nostra coinvolge anche noi?
Al nostro maestro Nehemiah Brown piace dire che “siamo tutti cristiani”, senza distinzione tra cattolici, protestanti o altro. “Gospel” in inglese vuol dire Vangelo e rappresenta i canti del ringraziamento, della lode, della gioia del credere, della fede, dell’affidarsi a Dio. La musica di origine afroamericana spiritual indica invece i canti del lafronte voro, della sofferenza degli schiavi neri deportati dall’Africa. Lo spiritual è servito agli schiavi per imparare la lingua. Infatti, le prime persone che furono misericordiose con essi, insegnarono loro il linguaggio per mezzo della Bibbia. Fu il primo testo in lingua inglese che gli schiavi conobbero. Oltre l’aspetto linguistico vi era anche quello della speranza. Nella loro condizione di schiavitù essi si sono affidati a Dio perché hanno trovato nella Bibbia una parola di consolazione.
Quali altri eventi prevede il vostro calendario?
Domenica 11 dicembre, presso la chiesa di San Bernardino Realino a Carpi, ci sarà la meditazione del parroco don Mauro Pancera, al termine della quale faremo un nostro concerto nell’ambito della meditazione sull’Avvento. Mercoledì 21 dicembre invece saremo al teatro Vittorio Emanuele di Messina, in Sicilia. Sarà per noi l’evento più importante dell’anno poiché rappresenta una vera e propria sfida.