Un volume sulla collezione di antichità e d’arte di Rodolfo Pio
“Horti Pii Carpenses. La raccolta di Rodolfo Pio e il collezionismo antiquario a Roma nel XVI secolo” è il titolo del libro del paleografo Giacomo Cardinali che sarà presentato sabato 12 novembre, alle 16, a Palazzo dei Pio. Uno studio sulla collezione di antichità e di opere d’arte del cardinale Pio, nipote ed erede di Alberto, ultimo signore di Carpi
Sarà presentato sabato 12 novembre, alle 16, nella Sala delle Vedute di Palazzo dei Pio a Carpi, il volume “Horti Pii Carpenses. La raccolta di Rodolfo Pio e il collezionismo antiquario a Roma nel XVI secolo”, del paleografo Giacomo Cardinali, edito dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. L’appuntamento è organizzato dai Musei comunali insieme al FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) di Modena: interverranno, oltre all’autore, l’Assessore alla Cultura del Comune di Carpi, Davide Dalle Ave, il Capo delegazione FAI Vittorio Cavani, e la Direttrice dei Musei di Palazzo dei Pio Manuela Rossi.
Da Roma alle principali capitali europee e anche oltreoceano: è il patrimonio di antichità del cardinale Rodolfo Pio (1500-1564) – nipote ed erede di Alberto, l’ultimo signore di Carpi – disperso in giro per il mondo, cui è dedicato il volume che sarà presentato sabato 12 novembre.
Il libro, curato da Giacomo Cardinali, è un viaggio per parole e immagini nella sconfinata collezione accumulata dal prelato carpigiano (candidato al soglio pontificio nel 1559), che nell’Urbe del ‘500 era considerata una delle più importanti e ricche raccolte di antichità e opere d’arte, divisa fra la residenza “cittadina” vicino al Campo Marzio, e la villa di “campagna” del Quirinale, la celebre “vigna Carpi”: la sua frammentazione nel corso del tempo ha reso familiare nel mondo non solo il nome dell’antico proprietario ma anche della città che gli diede i natali, grazie a pezzi ora esibiti in capitali della cultura italiane e straniere – da Napoli a Firenze, da Venezia a Praga, da Vienna a Monaco di Baviera, fino a Parigi e Boston.
Uno studio che si annuncia particolarmente interessante e originale, sia per i contenuti, grazie a ricerche di prima mano e materiale raro quando non inedito, sia per l’aspetto editoriale, con fotografie ad altissima risoluzione di materiali vaticani, stampate su carta di pregio. Segna inoltre un fondamentale aggiornamento nella ricostruzione delle collezioni cinquecentesche dei Pio, non solo di Rodolfo, ma anche quella dello zio Alberto, che confluì nel 1530 alla sua morte nelle raccolte del nipote, già oggetto di uno studio curato dai Musei di Palazzo dei Pio qualche anno fa.
Al cardinale Rodolfo Pio, in virtù della sua “carpigianità”, del suo mecenatismo e della sua passione per l’arte, è intitolato il Museo diocesano di arte sacra che ha sede nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Carpi.