Premiato lo studio MAGMA sulla presa in carico territoriale dei pazienti Covid
La ricerca, realizzata grazie alla sinergia tra un gruppo di Medici di medicina generale modenesi, l’Azienda USL di Modena e UNIMORE, ha ottenuto il primo premio al Congresso europeo della rete dei ricercatori in medicina generale.
Ha ottenuto un riconoscimento internazionale il primo studio – unico nel suo genere – sulla presa in carico territoriale dei pazienti Covid nelle prime ondate della pandemia.
La ricerca, denominata MAGMA perché indirizzata a fare emergere tramite una fotografia reale e concreta tutto il sommerso della gestione dell’assistenza territoriale e della sua evoluzione nei primi 12 mesi dell’emergenza Covid, ha ottenuto il primo premio nella sezione poster al 95esimo Congresso europeo della rete dei ricercatori in medicina generale, che si è tenuto ad Anversa in Belgio tra il 20 e il 23 ottobre scorsi.
Tra le oltre 40 ricerche in gara, l’analisi modenese, autofinanziata e autogestita dai promotori, è stata apprezzata e riconosciuta come la migliore dalla Commissione, formata da docenti di medicina di famiglia, che ha valutato la qualità dello studio, la grafica del poster e la chiarezza dell’esposizione.
Nato da un’idea di due medici di medicina generale di Modena, Giulia Ugolini e Silvia Riccomi, lo studio è stato sviluppato grazie alla collaborazione di altri MMG, tra cui il corsista del corso di formazione specifica in medicina generale Davide Fornaciari e Alice Serafini, MMG e ricercatrice che ha portato nel gruppo la propria esperienza nel disegno e conduzione di studi clinici. Determinante, inoltre, per la realizzazione della ricerca il supporto del Dipartimento di Cure primarie dell’Ausl di Modena (Francesco Bellelli, Matteo Morandi e la direttrice Anna Franzelli) e dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nelle figure di Elena Righi, Professoressa ordinaria di Igiene e medicina preventiva, e della sua collaboratrice Lucia Palandri, dottoranda e specialista in Sanità Pubblica.
Una volta ottenuta l’approvazione del Comitato etico, la ricerca è stata presentata a tutti i medici di famiglia della provincia di Modena, la cui ottima risposta, con un’adesione del 10%, ha permesso di ottenere una mole di dati preziosissimi, riferiti in maniera anonima a 5.340 assistiti, come età, genere, contesto socioeconomico svantaggiato, presenza di patologie, grado di gravità della malattia da Covid, farmaci prescritti, eventuale accesso in Pronto Soccorso, ricovero o decesso.
I numeri raccolti, incontrovertibili nella loro scientificità, restituiscono una realtà molto diversa da quella narrazione diffusa che per mesi ha accompagnato il dibattito sulla pandemia. Inoltre, lo studio ha dimostrato che il monitoraggio attivo messo in atto dai medici di medicina generale modenesi ha consentito di dimezzare la probabilità di ricovero ospedaliero. L’analisi sui farmaci prescritti ha invece fatto emergere come sia evoluta la prescrizione del trattamento contro il Covid nei cittadini assistiti a domicilio, adeguandosi alle evidenze scientifiche progressivamente acquisite e diventando sempre più individualizzato in base alle caratteristiche cliniche dei singoli pazienti. Altro dato interessante è quello relativo alle visite domiciliari, che sono state più di 600, da parte di MMG, Unità speciali di continuità assistenziali e guardia medica.