Una nuova unità nella diversità
Celebrata a Modena la Messa dei Popoli nella Giornata del migrante. Presenti comunità da varie parti del mondo.
di Elena Zuffolini
Sabato 15 ottobre, nella Chiesa di Gesù Redentore, si è celebrata la 108ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (Gmmr), organizzata dall’Ufficio Migrantes Interdiocesano di Modena e Carpi. Il messaggio di Papa Francesco per questa giornata si intitola Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati, e cita la profezia di Isaia 60, 10-11 in cui “gli stranieri (…) non figurano come invasori e distruttori, ma come lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della Nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti”. Il Papa suggerisce questo approccio al fenomeno migratorio, chiedendo di riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione. “La storia ci insegna che il contributo dei migranti e dei rifugiati è stato fondamentale per la crescita sociale ed economica delle nostre società. E lo è anche oggi. Il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo arricchiscono le comunità che li accolgono.
Ma questo contributo potrebbe essere più grande se valorizzato e sostenuto attraverso programmi mirati. Si tratta di un potenziale enorme, pronto ad esprimersi, se solo gliene viene offerta la possibilità”. Ci siamo interrogati a lungo sulla differenza fra il “fare per” e il “fare con” i migranti, riflettendo sul titolo di questa Giornata, quando a fine estate abbiamo partecipato al corso di alta formazione nazionale organizzato dalla Fondazione Migrantes. È parsa una riflessione puntuale, in quanto missionari, operatori o direttori Migrantes, con storie professionali o di servizio all’estero o fra immigrati, eravamo al 97% italiani. Abbiamo convenuto che la percentuale fosse troppo sbilanciata, e questo contribuisse al rischio di “fare per”. Ci siamo chiesti come favorire la partecipazione dei migranti alle comunità italiane per entrare nel tipo di relazione, di sguardo, di atteggiamento richiesto dal Papa.
La storia dell’equipe Migrantes Modena Carpi porta il suo piccolo contributo. Due anni fa, gli uffici Migrantes delle due diocesi in questione decidono di unire le proprie forze e costituirsi ufficio unico. Una manciata in tutto le persone dedicate, ma il fattore amicizia spirituale riesce a coinvolgere sei persone in più dalle comunità cattoliche. Nasce una equipe di 14 persone, multiculturale al 40%, intergenerazionale: quattro modenesi, quattro carpigiani, due camerunensi, due colombiane, una filippina, un ucraino, dai 30 ai 60 anni, 7 uomini e 7 donne.
La Gmmr a Modena ha come tradizione la Messa dei Popoli, che da più di un decennio coinvolge tutte le comunità immigrate. Quest’anno, in equipe, nel domandarci come organizzarla, abbiamo ridiscusso la domanda al di là della tradizione: come celebrare la giornata? Risposta: serve pregare insieme, ma serve anche fare qualcosa insieme, “fare con”. Fare cosa? Una festa, abbiamo bisogno di ritrovarci per fare festa!
Così è stato. Sabato 15 ottobre si è celebrata una festa: preparata insieme per mesi e fino all’ultimo momento. Abbiamo letto la profezia di Isaia 60, abbiamo ascoltato le parole di commento del vicario generale dell’arcidiocesi di Modena, monsignor Giuliano Gazzetti, abbiamo cantato, ballato, battuto le mani, fra loro e sui tamburi, insieme, al ritmo di ogni canto, dopo ogni recita e testimonianza: eravamo un coro unico, uniti nella fede e nella gioia. Ghanesi, ucraini, latinoamericano, filippini, africani francofoni e italiani, adulti e bambini. “Questa sera vogliamo essere rappresentanti di ciò che Isaia aveva annunciato, una nuova unità nella diversità, resa possibile dalla Pasqua di Cristo e dalla Pentecoste dello Spirito”, ha annunciato monsignor Gazzetti. La Giornata Mondiale del Migrante e rifugiato a Modena è stata la celebrazione della fraternità. I video saranno caricati sui social. Vi aspettiamo l’anno prossimo.